Di Ruscio presenta il progetto Fermo Bioenergia, per salvare i lavoratori Sadam
Fermo | Tre fasi: produzione di biodiesel, combustione di biomasse e sfruttamento del calore residuo
di Pierpaolo Pierleoni
Profonda preoccupazione. Uno stato d’animo espresso più volte dal sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio riguardo alla situazione economica del territorio e confermato in una conferenza stampa questa mattina. Il 2005 si avvia al termine e sui lavoratori dello zuccherificio Sadam si trovano di fronte un avvenire quanto mai oscuro. Non c’è ancora chiarezza sulle prospettive di riconversione, ed è una situazione difficile che va ad aggiungersi a vari elementi di criticità nell’industria e nella produttività del fermano.
Per questo il primo cittadino di Fermo e la sua Amministrazione hanno cercato di intavolare un nuovo progetto per la riconversione dello stabilimento di Campiglione. Non basta, non soddisfa il programma avallato da proprietà e Regione Marche di una centrale elettrica da 25 Mw. Si vuole creare più occupazione, mettendo sul campo il massimo impegno per un progetto denominato “Fermo Bioenergia”.
Tre gli obiettivi fondamentali: reindirizzare la politica agricola verso nuovi orizzonti, mantenere l’occupazione diretta e indiretta nonostante la dismissione della produzione di zucchero, moltiplicare la riconversione, con una serie di progetti di energia alternativa tutti in sinergia. “Non vogliamo proporre progetti alternativi alla proprietà, l’intenzione non è quella di fare muro contro muro, ma di lavorare insieme per gli obiettivi migliori – ha detto Di Ruscio – Soprattutto vogliamo intervenire sul lungo periodo: questo è un progetto innovativo, può essere la possibilità per saper cogliere da una situazione di crisi lo spunto per realizzare qualcosa di davvero positivo per tutto il territorio”.
In pratica, il progetto proposto dal Comune di Fermo, sulle indicazioni di uno staff di tecnici, si articola in tre fasi. La prima consiste in un impianto di biodiesel da olio di girasole. L’idea sarebbe quella di lavorare sul girasole per ricavarne olio, ma di non andare alla combustione per la produzione di energia, come il progetto approvato dalla Regione prevedrebbe, ma di raffinarlo direttamente come carburante. La seconda idea è quella di una centrale per la produzione di energia termoelettrica da combustione di biomasse legnose, in primis pioppo e sorgo, ma anche qualunque altro residuato agricolo. Terzo elemento, l’utilizzo del calore residuo dalla combustione di biomasse per alimentare la produzione agricola nelle immediate vicinanze, calcolando la possibilità di dare energia per 20 ettari di serre. Nel complesso, l’intera realizzazione comporterebbe secondo i calcoli due anni di lavori. I costi, solo per la centrale di combustione di biomasse, si aggirerebbero sui 25 milioni di euro.
“Spero che la proprietà accolga il progetto – ha aggiunto Di Ruscio - Mi pare che i presupposti per lavorare insieme su queste basi ci siano tutti. Come Amministrazione comunale, per giunta a termine di mandato, avremmo potuto tirare i remi in barca e accettare ogni conseguenza, d’altronde il possibile lo avevamo già fatto. Abbiamo voluto impegnarci ancora più a fondo, perché credo che se la politica non risponde in situazioni d’emergenza, allora quando dovrebbe farlo? Servirà un lavoro più impegnativo, dovremo andare a Roma a battere i pugni sul tavolo, dovremo investire molti soldi, ma è nostro dovere provarle tutte”.
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28/12/2005
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