Sadam. Alessandrini-Di Ruscio: è scontro
Fermo | Botta e risposta tra il responsabile per le politiche agricole dei Ds di Fermo ed il sindaco della città
“Siamo sbalorditi dal modo di fare del duo Zama/Di Ruscio. Di Zama abbiamo già detto riguardo il ruolo marginale che ha avuto in tutta la vicenda, chiara la sua responabilità di aver taciuto. Solo dopo averlo trascinato per i capelli ora parla di bioetanolo, ben sapendo che è una proposta impraticabile fino a quando il suo Governo non mette in campo una legge energetica che porti ad una convenienza in questo tipo di produzione. E Di Ruscio queste cose dovrebbe saperle. L’agricoltura sarà tutelata, servirà una superfice coltivabile molto più grande di quella attuale destinata alle barbabietole”.
Sono parole di Fabiano Alessandrini, responsabile politiche agricole della federazione Ds di Fermo, in merito alla complessa vicenda Sadam che da settimane è nei pensieri di lavoratori ma anche di politici del territorio. Parole che hanno alimentato la pronta reazione del sindaco di Fermo, Saturnino Di Ruscio, che non usa mezzi termini nel replicare.
"Ritengo davvero inopportune e solo strumentali le accuse che rivolge al sottoscritto e all’onorevole ingegner Zama il responsabile alle politiche agricole della federazione Ds di Fermo, Fabiano Alessandrini sulla crisi della Sadam - si legge in una nota diffusa dal sindaco Di Ruscio - Dalle sue considerazioni sembrerebbe non conoscere nemmeno i termini della questione quando dice che il governo “non mette in campo una legge energetica che porti ad una convenienza di questo tipo di produzione”, perché nella finanziaria 2005 è stata inserita proprio la defiscalizzazione del bioetanolo.
E poi, come può dire che non è conveniente? Questo discorso vale solo per Fermo? Se non fosse conveniente non si spiegherebbe perché lo è a Jesi o ad esempio a Faenza, dove infatti è nata l’Alcoplus, joint-venture dei cui fa parte anche Alceste Spa controllata dalla Cobrob Italia Zuccheri ed Eridania Sadam. Anche la proprietà ha sempre sostenuto che non era possibile attuare l’impianto del bioetanolo e poi, con grande sorpresa, veniamo a scoprire dall’incontro con la Regione che tale riconversione è possibile, ma solo a Jesi.
Così per Fermo è stato già avviato un percorso che prevede una miniriconversione basata sulla cultura del girasole da destinare all’estrazione di olio vegetale da utilizzare in apposita centrale per la produzione di energia elettrica. Ciò significa che lo stabilimento di Fermo non potrà riutilizzare le maestranze finora occupate, sia stabili che i lavoratori stagionali e tutti gli addetti che appartengono alla filiera bieticolo saccarifera, un crollo che darà lavoro solo a 35 persone sui 140 occupati finora. Fabiano Alessandrini dovrebbe anche sapere che nel Tear, ovvero Piano Energetico Ambientale Regionale, si legge testualmente: “…in particolare non vengono considerate talune soluzioni di filiera (es: alcol etilico ed etbe) in quanto appaiono in questa fase di difficile attuazione nel contesto regionale”.
Allora, più che una scelta economica appare come una scelta politica della Regione che va nella direzione opposta al protocollo di Kyoto cui l’Italia aderisce. Senza mai demordere, l’Amministrazione Comunale di Fermo ha pensato al bene del territorio: abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere una riconversione vera con almeno un altro impianto (come a Castiglion Fiorentino) per avere 2 centrali per la produzione di energia. Sarebbe un sistema per rilanciare lavoro e sviluppo che permette al nostro territorio di crescere nell’interesse di tutti i suoi abitanti.
Dalle parole del diessino Alessandrini si evince che si sta occupando solo delle prossime elezioni politiche senza avere a cuore gli interessi reali della cittadinanza. Gli chiedo allora di schierarsi insieme al Sindaco di Fermo per il futuro del territorio affinché la dismissione della filiera bieticolo saccarifera possa rappresentare, attraverso la riconversione, un’opportunità per la nuova Provincia e per l’ambiente".
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16/12/2005
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