L'influenza costa cara, meglio prevenire e curare con l'alimentazione.
Ascoli Piceno | L'anno scorso, in provincia di Ascoli Piceno, le aziende hanno sostenuto costi per malattia pari a 349.723 euro: i consigli alimentari della Confederazione Italiana degli Agricoltori.
di Roberto Valeri
L'influenza non è semplicemente un malanno di stagione ma un "costo di stagione", nel senso che le aziende pagano a caro prezzo l'arrivo periodico dei virus invernali: la Cia provinciale ha effettuato delle elaborazioni su dati delle Camere di Commercio, Istat e Ministero della Salute, giungendo alla conclusione che lo scorso anno, nelle 13 settimane tra l'11 ottobre e il 9 gennaio, le imprese hanno dovuto sostenere costi pari a 349.723 euro, pari a 5.630 giorni di malattia, distribuiti tra imprenditori e lavoratori, considerando in media tre giorni di convalescenza a testa ed escludendo il costo del week-end.
L'influenza, però, si può prevenire e curare anche con un regime alimentare ricco di carboidrati, proteine, acqua, sali e vitamine: la febbre, infatti, aumenta il metabolismo e di conseguenza il consumo di proteine, mentre il dispendio idrico risulta maggiore a causa della sudorazione.
Per cominciare, quindi, sono molto indicate le spremute di agrumi, frutta fresca in genere, insalate miste “misticanze” che, oltre a reintegrare le perdite idriche, apportano una buona quantità di vitamina C, per stimolare le difese immunitarie.
Il presidente della Cia di Ascoli, Tonino Cioccolanti, sottolinea inoltre gli effetti benefici dell'abbinamento tra latte fresco e miele, perché si introducono nell’apparato digerente due alimenti di grande importanza nutrizionale, anche presi singolarmente, tranne ovviamente nel caso in cui si abbiano problemi di corretto smaltimento degli zuccheri nel sangue.
Un ruolo, continua il presidente provinciale della Cia, può averlo anche il vin brulè, un vino che viene riscaldato, quasi cotto, per poter esaltare i componenti alcolici e non alcolici, ma da assumere con molta moderazione per non comprometterne la digeribilità.
Per combattere l’inappetenza, invece, che spesso si associa alle sindromi influenzali, si può ricorrere all’uso dei frullati di frutta, delle bevande zuccherate, delle carni bianche e delle composte di purea. La Cia, Confederazione Italiana degli Agricoltori di Ascoli, consiglia inoltre di frazionare l’alimentazione in piccoli pasti, per distribuire l’apporto proteico, la cui digestione provoca un’elevata spesa energetica sotto forma di calore, che può creare ulteriore disagio all’influenzato.
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01/12/2005
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