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Un viaggio in Brasile: racconti ed emozioni

Sant'Elpidio a Mare | La vacanza diversa della famiglia Tiburzi, che ha visitato una missionaria in Brasile in una zona poverissima

di Pierpaolo Pierleoni

Viaggiare, ma lontano dalle mete turistiche. Penetrare nei luoghi in cui la povertà comanda. Percorrere strade impervie, entrare nei punti dove la natura è più selvaggia, entrare a contatto con genti e culture per cui il progresso, la modernità, le ricchezze, sono concetti inesistenti.

E’ la scelta di una coppia di Sant’Elpidio a Mare, Felice Tiburzi e Stefania Montevidoni, insieme a sua madre, che la scorsa estate hanno scelto di mantenere una promessa a lungo rimandata, ed andare a trovare Annamaria Panegalli, missionaria in Brasile da oltre trent’anni, nella regione di Maranhao, nel nordest del Paese. Una persona speciale, che la signora Stefania conosce fin da bambina, ai tempi in cui Annamaria insegnava in una scuola materna. E da quando la missionaria ha compiuto la sua scelta, la famiglia Tiburzi ha contribuito frequentemente negli anni, per aiutare il nobile progetto di offrire strutture e sostegno a popolazioni poverissime.

Ad agosto, finalmente, il momento di partire, toccare con mano quegli ambienti, conoscere le persone di cui tanto avevano sentito parlare, portando via un’esperienza indimenticabile. Tante le memorie che si affollano nella mente della signora Stefania. “E’ una terra dalla bellezza straordinaria, ma in cui manca tutto. Si vive con trenta euro al mese, e si entra in contatto con una povertà assoluta, case spesso di fango e paglia, famiglie numerosissime. Le prime notti è stato difficilissimo anche dormire. Le loro abitazioni non hanno finestre, ma degli spazi costantemente aperti sotto il tetto, avevamo il terrore che entrassero animali”. Ma al di là di condizioni e paesaggi, a scolpirsi nel ricordo sono soprattutto le persone. “Si scoprono volti dalla grande dignità. Vivono nella miseria, ma nessuno ti chiede aiuto o elemosina, anzi. Si coglie sempre uno sguardo di amicizia, ed hanno un senso dell’accoglienza e dell’ospitalità che da noi si è perso da tempo”.

In uno scenario di estrema indigenza, Annamaria Panegalli, grazie agli aiuti economici che le arrivano personalmente o attraverso la fondazione Onlus Aloe, ha costruito tre scuole, per garantire istruzione dai più piccoli agli adolescenti. E poiché l’unico sostentamento è l’agricoltura, il progetto Escola agricola familia mira ad insegnare ai ragazzi principi basilari per la coltivazione e l’allevamento. “In questa terra ciò che manca non sono le risorse – osserva ancora Stefania Montevidoni – Siamo in una zona tropicale, la vegetazione è rigogliosa, ad esempio è una delle terre più fertili per la coltivazione di cocco. Però manca completamente la tecnica per sfruttare al meglio la terra. Altro problema è l’acqua, e sembra assurdo per una parte del Brasile ricca di grandissimi fiumi. Ma non ci sono assolutamente canali per l’irrigazione, così anche quello che è presente in abbondanza viene a mancare”.

Ed ora che alcuni mesi sono passati dal ritorno di questa famiglia al nostro tempo, al nostro benessere, di certo quegli sguardi di sofferenza, ma anche di grande dignità continueranno a parlar loro a lungo.

09/11/2005





        
  



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