Original S.I.N., la Regione capofila di un progetto comunitario: nove partner di cinque Paesi
| ANCONA - Parte dalle Marche la strategia europea per la lotta alla poverta e allesclusione sociale. Obiettivo: mettere a punto un modello di intervento da proporre allUnione Europea che sia valido nei Paesi aderenti.

Original S.I.N.
Nell’Unione Europea 72 milioni di persone vivono in condizioni di povertà, il tasso di disoccupazione è pari all’8,1%, il 10% delle famiglie sperimentano la disoccupazione, 14 milioni di lavoratori occupati vivono con le loro famiglie in condizioni al di sotto della soglia di povertà.
Parte da queste indicazioni la necessità di realizzare un modello di intervento valido in Europa attraverso un progetto, Original S.I.N. (Social Inclusion Network) di cui la Regione Marche è capofila dal 2003, coordinando 9 partner provenienti da Inghilterra, Finlandia, Spagna, Portogallo e Grecia. Oggi, un seminario tenutosi in Regione, preceduto da un incontro operativo tra i rappresentanti dei vari Paesi Europei, ha focalizzato alcuni indicatori comuni tra le diverse realtà, dopo la realizzazione di azioni pilota avviate nei due anni precedenti. Il progetto, infatti, è stato promosso per individuare metodologie efficaci di contrasto all’esclusione sociale ed alla povertà, basate su un approccio alla programmazione sociale coordinato e complementare a livello europeo.
“Da queste esperienze condotte nei sei Paesi – ha spiegato il dirigente dei Servizi sociali della regione Paolo Mannucci, ricaveremo un documento operativo da proporre in sede Europea che ha l’obiettivo di accreditare un modello di welfare nell’ambito della strategia di lotta all’esclusione sociale ed alla povertà, al passo con i tempi, valido, stabile e trasferibile in ogni parte del territorio europeo, che è stato poi frutto di una sinergica azione di un così ampio e rappresentativo partenariato.“
Gli strumenti elaborati sono stati in seguito sperimentati e validati sul campo attraverso azioni pilota, attivate dai partner nei territori di competenza, finalizzate alla stesura di sei piani di azione locali che hanno tenuto conto di quattro aree di rilevazione: la povertà economica, salute, la scuola, il lavoro. Per le Marche l’azione pilota è stata condotta nell’Ambito sociale n. 10 di Fabriano e “ l’obiettivo- ha spiegato Claudio Bocchini - è l’ampliamento delle dinamiche intercomunali per la programmazione e gestione delle politiche sociali, sia per accrescere tutti i processi di integrazione tra pubblico e privato in tema di sanità, scuola, lavoro, formazione ecc., sia per rafforzare l’organizzazione stessa dell’Ambito.“
L’esperienza pilota inglese, invece, avviata nella Contea del Cheshire ( 74 mila abitanti) è stata centrata sulla creazione di gruppi di consulenza territoriale formati da oltre 600 soggetti che monitorano il territorio e organizzano incontri periodici tra popolazione e operatori per lo scambio di informazioni e di proposte reciproche.
“Ciò che emerge da tutte le esperienze – ha Giorgio Bisirri, coordinatore del progetto per la Regione Marche – è la necessità di uno sviluppo locale integrato che sia il risultato dell’attuazione di politiche non solo a livello sociale, ma economiche e occupazionali; l’esigenza, inoltre, di promuovere la partecipazione alla lotta all’emarginazione sociale di ogni soggetto- dal terzo settore al semplice cittadino – e infine, l’attenzione ai contesti territoriali da cui non si può più prescindere. In questo senso, la Regione Marche sta adottando in tutti i settori scelte politiche che tengono conto e valorizzano le specificità e le risorse dei singoli territori.”
“Nella sempre più veloce corsa alla competitività- ha rilevato Orietta Lipponi, della Regione Marche- si rischia di sottovalutare l’influenza che alcuni fattori importanti, come le nuove povertà legate all’aumento del flusso migratorio,gli anziani soli ed improduttivi, un elevato tasso di disoccupazione, determinano nella minore effettiva crescita di tutta la popolazione, incidendo invece con differenze sempre più marcate tra benessere e disagio sociale. “
Parte da queste indicazioni la necessità di realizzare un modello di intervento valido in Europa attraverso un progetto, Original S.I.N. (Social Inclusion Network) di cui la Regione Marche è capofila dal 2003, coordinando 9 partner provenienti da Inghilterra, Finlandia, Spagna, Portogallo e Grecia. Oggi, un seminario tenutosi in Regione, preceduto da un incontro operativo tra i rappresentanti dei vari Paesi Europei, ha focalizzato alcuni indicatori comuni tra le diverse realtà, dopo la realizzazione di azioni pilota avviate nei due anni precedenti. Il progetto, infatti, è stato promosso per individuare metodologie efficaci di contrasto all’esclusione sociale ed alla povertà, basate su un approccio alla programmazione sociale coordinato e complementare a livello europeo.
“Da queste esperienze condotte nei sei Paesi – ha spiegato il dirigente dei Servizi sociali della regione Paolo Mannucci, ricaveremo un documento operativo da proporre in sede Europea che ha l’obiettivo di accreditare un modello di welfare nell’ambito della strategia di lotta all’esclusione sociale ed alla povertà, al passo con i tempi, valido, stabile e trasferibile in ogni parte del territorio europeo, che è stato poi frutto di una sinergica azione di un così ampio e rappresentativo partenariato.“
Gli strumenti elaborati sono stati in seguito sperimentati e validati sul campo attraverso azioni pilota, attivate dai partner nei territori di competenza, finalizzate alla stesura di sei piani di azione locali che hanno tenuto conto di quattro aree di rilevazione: la povertà economica, salute, la scuola, il lavoro. Per le Marche l’azione pilota è stata condotta nell’Ambito sociale n. 10 di Fabriano e “ l’obiettivo- ha spiegato Claudio Bocchini - è l’ampliamento delle dinamiche intercomunali per la programmazione e gestione delle politiche sociali, sia per accrescere tutti i processi di integrazione tra pubblico e privato in tema di sanità, scuola, lavoro, formazione ecc., sia per rafforzare l’organizzazione stessa dell’Ambito.“
L’esperienza pilota inglese, invece, avviata nella Contea del Cheshire ( 74 mila abitanti) è stata centrata sulla creazione di gruppi di consulenza territoriale formati da oltre 600 soggetti che monitorano il territorio e organizzano incontri periodici tra popolazione e operatori per lo scambio di informazioni e di proposte reciproche.
“Ciò che emerge da tutte le esperienze – ha Giorgio Bisirri, coordinatore del progetto per la Regione Marche – è la necessità di uno sviluppo locale integrato che sia il risultato dell’attuazione di politiche non solo a livello sociale, ma economiche e occupazionali; l’esigenza, inoltre, di promuovere la partecipazione alla lotta all’emarginazione sociale di ogni soggetto- dal terzo settore al semplice cittadino – e infine, l’attenzione ai contesti territoriali da cui non si può più prescindere. In questo senso, la Regione Marche sta adottando in tutti i settori scelte politiche che tengono conto e valorizzano le specificità e le risorse dei singoli territori.”
“Nella sempre più veloce corsa alla competitività- ha rilevato Orietta Lipponi, della Regione Marche- si rischia di sottovalutare l’influenza che alcuni fattori importanti, come le nuove povertà legate all’aumento del flusso migratorio,gli anziani soli ed improduttivi, un elevato tasso di disoccupazione, determinano nella minore effettiva crescita di tutta la popolazione, incidendo invece con differenze sempre più marcate tra benessere e disagio sociale. “
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28/11/2005
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