Latte contaminato: Milupa nel mirino
Ascoli Piceno | E intanto la popolazione reagisce: tra chi denuncia e chi si organizza in gruppi di discussione, anche alcuni prodotti della Milupa sono sotto sequestro.
di Stefania Mistichelli
Mentre in tutta Italia vengono tolti dagli scaffali di tutti i supermercati e le farmacie i prodotti della Milupa denominati Aptamil 2, Aptamil soia e Babymil, si registrano le prime reazioni da parte di una popolazione che se da un lato è spaventata dall’intera vicenda dall’altro è indignata e risponde con le armi che ha a disposizione.
Di poche ore fa la notizia di un’azione di risarcimento, nei confronti della Nestlè, di 2500 euro avanzata dai genitori di una bimba di 18 mesi di Civitavecchia presso il Giudice di Pace di Roma. La motivazione: lo spavento subito da M.A. e S.R. che hanno integrato l’alimentazione della figlia Camilla con il latte Nidina 2 e Mio. Lo rende noto il Codacons che annuncia altri procedimenti di questo tipo in arrivo. ”Tale situazione di allarme e di incertezza - riferisce una nota del Codacons - ha causato un danno ingiusto alla coppia, preoccupata per la salute della loro bambina, pregiudicandone le funzioni naturali nella dimensione biologica, psicologica e sociale''.
E mentre a Roma si chiedono risarcimenti alla Nestlè, in provincia di Siracusa un bambino di 7 mesi si sente male dopo la poppata di latte “Aptamil 2” della multinazionale olandese Milupa. Il bambino ora sta bene e della vicenda sono stati informati i carabinieri di Rosolini, che hanno tempestivamente sequestrato tutte le 8 confezioni di latte trovate in paese e nella casa del piccolo. Il prodotto non e' risultato scaduto ma presentava dei grumi. Il latte e' stato inviato per le analisi al Nucleo antisofisticazioni di Ragusa, mentre la Procura di Siracusa ha aperto un fascicolo d'indagine.
Intanto in Provincia di Reggio Emilia si è costituito un gruppo informale di discussione sull’argomento, composto da operatori nel settore veterinario e da personale con esperienze di progettazione in Tetrapak. Obiettivo di tali incontri discutere e cercare di capire come sia potuta avvenire la contaminazione e, ovviamente, chiedersi se davvero l’Itx, come afferma l’azienda, non è dannoso per la salute.
Fortunatamente arrivano invece buone notizie sui prodotti confezionati in tetrapak come succhi di frutta e passate di pomodoro, per i quali anche gli stessi consumatori avevano chiesto di ampliare i test. A rassicurarli gli stessi esperti dell’Arpam, che spiegano che tali prodotti sono "salvi" in quanto non contengono grassi. La molecola dell’Itx è infatti liposolubile, e contamina solo liquidi in cui sia presente grasso, come appunto il latte o la panna, i sughi, le creme, qualora il sistema di stampo fosse lo stesso usato sulle confezioni attualmente incriminate.
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25/11/2005
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