Il centro della città è fatto di casette alla meno peggio, spesso hanno un anima di paletti di legno e terra per poi essere intonacate, il pavimento non c’è sempre, sulle finestre ci sono delle grate ma senza vetri, compare di tanto in tanto un ingressino recintato con gomme di camion dove l’anziano in una siesta perenne saluta con molta gentilezza tutta le gente che passa, i tetti delle case migliori sono fatti di eternit (ancora non gira la voce che è cancerogeno) gli altri sono fatti di foglie, di poche foglie di palma.

Anche nelle baracche peggiori sono immancabili la televisione sempre accesa, le sedie a dondolo e spesso, seduti in terra davanti alla tv, due o tre bambini dalle pance gonfie che “ciucciano” il pollice. Poi nei barrios peggiori le condizioni sono veramente al di fuori del limite della dignità umana, qui si incontrano baracche le cui pareti sono fatte di pochi paletti, quando piove l’acqua entra ovunque e magari, la terra sulla quale hanno fatto la baracca in cima ad un canale, non è neanche di loro proprietà.

I bambini tirano calci ad un pallone sgonfio in strade che vengono pulite solo dai temporali, in mezzo alle fogne a cielo aperto con maiali che ci si rotolano sopra.

“Ma la gente è felice!!” (…continua)