Lettera a Gesù bambino
| CUNEO - La nota di dicembre del camper club La Granda
di Beppe Tassone*
Caro Gesù Bambino,
lo so che ormai non è più di moda scriverti e che la posta celere, soprattutto quella le cui cassette sono posizionate negli ipermercati, viene recapitata a Babbo Natale.
Anch'io, lo confesso, sono caduto nella trappola e mi sono recato a casa sua, in Finlandia: era luglio, ma lui era lì, bello pronto, con le sue renne, la sua barba, i fotografi. Si fece scattare un’istantanea con la mia famiglia e mi giunse pure una sua lettera il successivo mese di dicembre.
Con te era diverso, ti lasciavo uno scritto vicino alla capanna, nel tinello di casa, facendo bene attenzione a non posizionarla sulle lampadine intermittenti, che scaldavano troppo e che dovevano stare accese il meno possibile. I vetri erano appannati e, aiutandomi con le manine, riuscivo a guardare fuori e vedere la neve che fioccava abbondante, con le strade completamente innevate e lo spartineve che, se poteva, passava a liberarle.
A volte dopo ore…e nessuno osava telefonare in municipio per protestare.
Erano altri tempi, solo la Befana vi ha resistito, grazie ad una legge dello stato ed a quella, ancor più ferrea, del commercio.
Voglio scriverti ugualmente, ora che hai molto più tempo di Babbo Natale per leggermi: tra noi ci comprendiamo meglio. Voglio parlarti di un settore, quello del turismo, che in Italia sta facendo acqua e così mette a repentaglio la vita e la serenità di tante famiglie, senza che nulla, o ben poco, si muova; senza, soprattutto, che qualcuno voglia intervenire per dare una sterzata, per cambiare quel tanto (quel poco, decidi tu) che occorrerebbe per riprendere il cammino. Il nostro Stato (parlare di Nazione sembra perfino eccessivo…) è il primo al mondo per bellezze architettoniche, il tuo Papà lo ha fatto bellissimo, ha regalato coste mozzafiato, montagne da urlo, colline e vallate che mettono voglia di fermarsi per rimirarle.
Anche la gente che lo abita è splendida. Nonostante tanti secoli di storia, di complotti, di guerre, le tradizioni si sono conservate e costituiscono un patrimonio insuperabile, nessun’altra nazione ne può rivendicare di pari. Da noi, poi, esistono dei gruppi (le chiamano Pro Loco ed anche associazioni) che sono diffusi da tutte le parti, che si danno (il più delle volte gratuitamente) da fare e che rappresentano quanto di più unico e tipico al mondo possa esistere. “Perché mi scrivi?” ti starai allora chiedendo, “avete tutto, siete fortunati, il clima è dalla vostra siete pure posizionati nella parte ricca del mondo”. Lo so, ma non basta: un tempo Massimo d’Azeglio disse: “Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani”, ho l’impressione che invece oggi dovremo scrivere: ”Siccome ci sono gli italiani, ora facciamo l’Italia”.
Su Italia Oggi, un quotidiano economico molto attento al turismo, così ha scritto il Presidente della Commissione Turismo del Parlamento Europeo, che si chiama Paolo Costa, “…diventa un passo obbligato ricostruire quel sistema coordinato e funzionale che sostituisca l’attuale, ormai compromesso ed inefficace. Il paese deve guardare ai fatti.
Nemmeno la specificità italiana o la sua particolare conformazione geografica costituiscono più un fattore decisivo, se non per un turismo di nicchia”. Già perché anno dopo anno perdiamo presenze e, soprattutto, la gente che viene se ne torna a casa scontenta e fa il paragone con altre nazioni vicine che “trattano meglio, offrono di più e costano perfino di meno”. Vi sarebbe un settore in controtendenza, quello del turismo itinerante. I veicoli ricreazionali (specie di case viaggianti con tanto di motore) si costruiscono in buona parte da noi, l’Italia è piena di campeggi (peraltro aperti pochi mesi durante l’anno…) e di aree di sosta, le strade ci sarebbero (con tanti intasamenti e molti intoppi…) ed anche le opportunità per venirci.
Anche qui mi chiederai:”…e allora?”. Già, ma manca la voglia di crescere: in certe regioni la destagionalizzazione (parola grossa che vuol dire turismo tutto l’anno e non solo a ferragosto) non decolla, in altre ci si mettono i primi cittadini a vietare tutto il possibile (di editti la sai lunga anche tu… e te ne andasti in Egitto…) e così invece di attrarre i turisti li si spinge oltre le frontiere. Ti scrivo questa letterina e te la lascio nel presepe di casa mia (è vicino all’albero…purtroppo non decido più io), vedi se puoi fare qualche cosa per tutti noi. Halloween (un’altra bella invenzione...) è passato da poco, ma un po’ di sale in zucca a tanta gente occorrerebbe spargerlo: abbiamo bisogno innanzi tutto che Tu aiuti il movimento camperistico a crescere, nei numeri e nella considerazione, che il turismo diventi una questione strategica per il nostro Paese, che non venga più trattato da dilettanti, ma con l’impegno che le cose serie meritano.
Mi dirai che non è un’impresa facile, ma nella Notte Santa consentimi almeno di sognare un pochino e di immaginare un domani nel quale la libertà di circolazione e di gestione del tempo libero diventino un fiore all’occhiello per questa mia Italia. Non ne posso più di vedere le ricchezze sprecate e tante famiglie in difficoltà. Ci stiamo facendo del male da soli e nemmeno vogliamo ammetterlo.
Caro Gesù Bambino, quando ero piccino a te si chiedeva sempre e solo un dono (che puntualmente arriva la notte di Natale), vedi un po’ se per quel giorno qualcuno che conta potrà lanciare delle idee e dei programmi che possano farmi ricredere e farmi dire che più che uno Stato siamo una Nazione e che abbiamo capito quali sono i settori importanti e strategici per il nostro futuro.
Ci conto, tu non mi hai mai tradito…la tua concorrenza è bravissima nel recapitare pacchettini colorati, ma non invoglia a sognare ed a sperare. Tu sì! Per questo mi sono rivolto a Te.
*Presidente Camper Club La Granda
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23/11/2005
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