Mostra pittorica
Fermo | Luniverso fatto di non luoghi di Saverio Riganò
di Marco Taddei
Asteroidi, lampi azzurrastri, gorghi e spirali generatrici di caos o ordine, buchi neri che divengono passaggi, skyline dell’oltrespazio, cartoline visionarie provenienti da altri pianeti, aloni psichedelici di luoghi percepiti con la mente...tutto questo ruota sulle tele (e nella testa) di Saverio Riganò.
L’artista accoglie personalmente chi si reca a Fermo presso le Piccole Cisterne Romane site in Largo Calzecchi Onesti. Qui dal 19 novembre fino al 10 gennaio 2006 sono state adagiate, quali foglie cosmiche casualmente arenatesi nello stesso luogo, una piccola ma significativa scelta di tutte le sue opere. Non solo pittore o scultore, Riganò non disdegna nemmeno l’uso meno convenzionale della rielaborazione digitale dell’immagine e della fotografia analogica.
Uomo senza patria, non perché esule ma perché ramingo e cosmopolita per scelta, Riganò nasce sull’Aspromonte ma poi, dopo ribollenti anni di vagabondaggi fuori e dentro il Territorio, si fa adottare dalle colline marchigiane arroccando il proprio laboratorio-studio a Torre di Palme, nel fermano.
Il catalogo è essenziale per una esaustiva visione d’insieme dell’operato dell’autore calabro-marchigiano. Il testo introduttivo, firmato dalla penna prestigiosa di Armando Ginesi, presenta nomi altisonanti: Epicureo, Lucrezio, Democrito. Nella mostra, tra i quadri, emergono estratti del De Rerum Natura, frasi e motti, che aiutano l’osservatore a farsi pervadere da una indefinita dimensione aliena che copre tutto il variegato repertorio.
Si vedono nelle sculture, tratti di un Mannucci ma meglio se di un Fazzini (come dice lo stesso autore). Nelle pitture i temi forti della poetica del nostro esplodono con suggestione, non tanto tra le opere più datate ma in quelle più recenti, quelle che si riuniscono tutte assieme sotto il nume semi-psichedelico del Cosmodramma.
Titoli suggestivi invitano ad una esperienza radicale. Rossi e blu su sfondi neri. Mondi frastagliati che navigano in un cosmo senza stelle, un cosmo astratto, che è facilmente inconscio, ma che è soprattutto assenza di materia, vuoto-prima-delle-cose, primitiva presenza dove gli elementi non sono ancora tali ma già carichi di una potenzialità creativa inimmaginabile. La circolarità, il vortice, i mari inesplorati, il Movimento come atto improrogabile dell’esistenza, il giardino di Epicuro e il Cosmo Lucreziano. Questi i “non luoghi” del maestro Saverio Riganò.
La mostra termina presto, le opere sono pochine a dire il vero, ma va bene così…senza esagerare…con discrezione. Essa però prosegue dopo aver varcato l’uscita. Le immagini galleggiano ancora nel cervello come residui difficilmente digeribili. Immagini di spazi e posti invisitabili, irraggiungibili, in-visibili che ora inspiegabilmente fanno parte del nostro bagaglio d’esperienza. Come è possibile tutto ciò?
Presso Piccole Cisterne Romane, Largo Calzecchi Onesti, Fermo. Info sulla mostra reperibili al 328-8721933 e www.saveriorigano.it/index.htm
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23/11/2005
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