Apprendistato professionalizzante: la replica di Ugo Ascoli a Confindustria
| ANCONA - Lintesa in materia di apprendistato professionalizzante è stata frutto di un lungo e approfondito periodo di concertazione sociale che ha portato allelaborazione di un documento sottoscritto da ben 14 organizzazioni datoriali e sindacali"
In riferimento alle posizioni espresse da Confindustria e riportate oggi dai quotidiani locali circa le scelte della Regione in materia di apprendistato professionalizzante, lassessore regionale alla Formazione e Lavoro, Ugo Ascoli, ha precisato quanto segue:
Lintesa in materia di apprendistato professionalizzante è stata frutto di un lungo e approfondito periodo di concertazione sociale che ha portato allelaborazione di un documento sottoscritto da ben 14 organizzazioni datoriali e sindacali.
Per quanto riguarda la lettura, proposta da Confindustria relativamente alla sentenza della Corte Costituzionale n.50, francamente appare imprecisa e strumentale.
Questa pronuncia non cambia nulla nellassetto che la cosiddetta legge Biagi ha conferito alla disciplina dellapprendistato, rimessa nellambito dei principi individuati dalla legge nazionale alle Regioni; le Marche non hanno fatto altro che attuare questo meccanismo, rispettando in pieno i criteri direttivi contenuti nella riforma statale e nel contempo valorizzando il più possibile il momento formativo del contratto di apprendistato.
In tal senso si è ritenuto, già con la nostra recente legge regionale in tema di lavoro (su cui Confindustria ha espresso parere favorevole in sede di Commissione Regionale per il Lavoro), prevedere la prevalenza delle ore di formazione esterna nello svolgimento dellapprendistato professionalizzante.
Il successivo accordo in materia, correttamente, non ha fatto altro che rispettare i dettami della normativa regionale, lasciando altresì la facoltà alle imprese accreditate di svolgere al proprio interno, lintero percorso formativo.
Rispetto poi al citato bollino autorizzatorio, laccordo parla in realtà di parere di conformità che attesta la coerenza del Piano formativo individuale con i profili formativi. Tale parere non è autorizzatorio, poiché può essere richiesto dallimpresa anche dopo lassunzione del giovane e la stessa procedura è ampiamente prevista dalle altre Regioni che hanno raggiunto accordi in materia: mi riferisco, ad esempio, alla Lombardia, al Lazio, allAbruzzo, alla Liguria ed al Veneto.
In quanto allimpresa quale naturale soggetto formativo, ricordo che già dal 1978 , nel nostro Paese, la Legge quadro in materia di formazione professionale (L.n. 845), prevedeva il possesso di strutture, capacità organizzativa e attrezzature idonee, quali elementi essenziali per la realizzazione di corsi di formazione professionale.
La Regione Marche, dal 2001, ha creato un dispositivo di accreditamento delle strutture formative, condiviso e co-progettatto da tutte le parti sociali, ivi compresa Confindustria, con cui ha inteso adeguarsi al vincolo legislativo imposto dalle disposizioni nazionali e comunitarie, ma soprattutto salvaguardare i parametri di qualità a tutela degli utenti, attraverso la definizione di una serie di specifici requisiti minimi.
Tutto ciò nella consapevolezza che la formazione è un aspetto indispensabile per lesercizio dei diritti di cittadinanza e che è necessario garantire la qualità dellofferta rispetto ad una domanda complessa, diversificata e crescente.
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05/10/2005
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