La storia e la memoria
Porto San Giorgio | Inaugurata la stagione di prosa al teatro comunale
di Enrica Mataloni
“La storia e la memoria” ha inaugurato ieri la stagione di prosa del teatro di Porto S. Giorgio.
Il reading del giornalista e scrittore Daniele Biacchessi, dopo il successo del tour estivo è stato proposto ieri nella cittadina marchigiana. Lo spettacolo, che ripercorre gli ultimi cinquant’anni della storia italiana ed è dedicato a tutte le vittime delle stragi compiute in questo periodo, è stato accompagnato dalle musiche di Michele Fusiello che ha eseguito dal vivo brani di Jonh Coltrane, Dexter Gordon e Ciarlie Parker.
Alla serata ha preso parte anche Lorenzo Pinto, membro del comitato per le vittime della strage di Brescia.
Il teatro è intrattenimento, passatempo, divagazione, oppure la più sublime forma d’arte, a volte né l’uno né l’altro, perché sceglie di svestire queste panni per assumere quelli della memoria e della coscienza, quella di una nazione troppe volte vittima di violenze e atrocità, che si ripetono sempre uguali nel tempo e che ancora non trovano giustizia.
Così Porto S. Giorgio ha deciso di inaugurare la sua stagione teatrale: con uno spettacolo forte e intenso, ma che ha il difficile compito di mantenere viva la memoria di quegli avvenimenti che hanno fatto la storia del nostro Paese, ma di cui oggi, né i giornali, né tanto meno i politici hanno più voglia di parlare.
Allora se ne fa carico lo spettacolo, il cinema o, come in questo caso il teatro.
Daniele Biacchessi ha così portato sul palcoscenico sangiorgese cinquant’anni della storia italiana ripercorsi attraverso le tragedie più efferate e sconvolgenti, con una dialettica puntuale e accattivante, con incisività e volte anche con ironia, quella amara e tagliente, che mai, però, diventa rassegnazione, ma voglia di reagire.
Biacchessi ha mostrato così il nodo che unisce i crimini di guerra ai fatti più recenti della nostra storia, dalla strage della stazione di Bologna a quella di piazza della Loggia di Brescia: il silenzio!
“Sapete quante cose si possono stipare in un armadio? Provate ad immaginare. Un armadio dimenticato dentro un palazzo del Cinquecento a Roma, sede della Procura Generale Militare, un armadio con ante rivolte verso il muro, chiuse a chiave. Nel maggio del 1994 alcuni operai si accorsero dell’armadio. Lo si aprì e venne fuori ciò che restava della memoria italiana”.
E’ ora di infrangere il silenzio e portare alla luce il contenuto di quell’armadio, perché tanti anni sono passati ma molte cose non sono cambiate: “...il fascismo di ieri e il fascismo di oggi” lo ha definito Biacchessi, due facce della stessa medaglia che continua a mietere vittime, e solo per loro, in realtà, la guerra è veramente finita.
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30/10/2005
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Betto Liberati