Finanziaria. Cavallaro: Fondo per la montagna ridotto al lumicino
| ROMA - Dopo finanza creativa arriva finanza distruttiva
di Sen. Mario Cavallaro
“Dopo la finanza creativa Tremonti introduce la finanza distruttiva. Il governo cerca di presentare come sprechi da tagliare quelli che sono presidi essenziali per il territorio e per l’economia non soltanto agricola, silvo-pastorale e forestale della montagna italiana”. Così il senatore della Margherita Mario Cavallaro è intervenuto, questa mattina, alla conferenza stampa dell’Unione sugli emendamenti presentati alla Finanziaria 2006, per evitare che i tagli di risorse previsti dalla manovra per le Comunità montane diventino legge.
“I Comuni montani e le loro unioni - ha dichiarato Cavallaro - in questi anni hanno gestito servizi essenziali come, in molti casi, l’assistenza agli anziani ed il trasporto scolastico, ottenendo risparmi significativi. Sono, quindi, un modello per la capacità di spesa, per lo scarso indebitamento, per il rapporto vantaggioso fra personale ed esercizio di funzioni e per gli investimenti anche in settori innovativi che finora hanno dimostrato di saper realizzare.
Gli enti montani sono un baluardo essenziale per il governo del territorio, per la tutela e la salvaguardia del paesaggio, per l’equilibrio idrogeologico e le risorse idriche. È pertanto necessario non solo che il fondo per la montagna, attualmente ridotto al lumicino, venga cospicuamente reintegrato ma anche che sia garantito un meccanismo di autofinanziamento del fondo attraverso quelle risorse che la montagna ed i suoi abitanti mettono a disposizione di tutta l’Italia.
Se è vero, come si sente spesso dire, che la montagna è una risorsa importante e non un peso per il Paese occorre dimostrarlo con politiche coerenti e con significativi investimenti. Non certo con la ridicola ipotesi, che peraltro comporterebbe ulteriori ed ingenti spese per lo Stato, di chiudere improvvisamente le comunità montane”.
“I Comuni montani e le loro unioni - ha dichiarato Cavallaro - in questi anni hanno gestito servizi essenziali come, in molti casi, l’assistenza agli anziani ed il trasporto scolastico, ottenendo risparmi significativi. Sono, quindi, un modello per la capacità di spesa, per lo scarso indebitamento, per il rapporto vantaggioso fra personale ed esercizio di funzioni e per gli investimenti anche in settori innovativi che finora hanno dimostrato di saper realizzare.
Gli enti montani sono un baluardo essenziale per il governo del territorio, per la tutela e la salvaguardia del paesaggio, per l’equilibrio idrogeologico e le risorse idriche. È pertanto necessario non solo che il fondo per la montagna, attualmente ridotto al lumicino, venga cospicuamente reintegrato ma anche che sia garantito un meccanismo di autofinanziamento del fondo attraverso quelle risorse che la montagna ed i suoi abitanti mettono a disposizione di tutta l’Italia.
Se è vero, come si sente spesso dire, che la montagna è una risorsa importante e non un peso per il Paese occorre dimostrarlo con politiche coerenti e con significativi investimenti. Non certo con la ridicola ipotesi, che peraltro comporterebbe ulteriori ed ingenti spese per lo Stato, di chiudere improvvisamente le comunità montane”.
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25/10/2005
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