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OCM zucchero: intervento di Luciana Sbarbati

| ROMA - "Sulla riforma dello zucchero è necessaria una piena assunzione di responsabilità del Governo Italiano"

di Luciana Sbarbati

La proposta di riforma sull'OCM zucchero, presentata nei giorni scorsi a Bruxelles in commissione agricoltura rappresenta un testo di mediazione fra le iniziali richieste della Commissione che imponeva, per esigenze di mercato, un abbattimento del prezzo dello zucchero in due anni del 39% e quello delle barbabietole del 42,6% e le richieste degli Stati membri.

Questa proposta è anche frutto dell’impegno dei parlamentari italiani dell’Unione per conciliare la necessità di riforma del settore con gli obiettivi di competitività europea prefissati, ed è certamente migliorata rispetto al primo testo, se consideriamo che la riduzione è stata fissata al 25% e che la compensazione copre l’80% della perdita di reddito conseguente al calo dei prezzi dello zucchero, mentre l’indennizzo previsto nella proposta iniziale era solo del 60%.

Il problema aperto resta quello dell’equità rispetto ai produttori europei, che deve essere garantita agli agricoltori italiani, i quali per ragioni climatiche, insieme a spagnoli e portoghesi, sono costretti a dar corso alla semina prima che sia definito il quadro giuridico e che quindi si apprestano ad affrontare la campagna 2006/2007 senza sapere se avranno garanzia circa la remunerazione delle bietole e condizioni di economicità per la trasformazione della materia prima da parte dell’industria.

La riforma in esame sarà votata il 29 novembre in commissione agricoltura e arriverà in Plenaria probabilmente a gennaio 2006. I punti sui quali non si potrà prescindere per l’approvazione della riforma sono: una riduzione contenuta e graduale dei prezzi, una regolamentazione flessibile del mercato comunitario, l’attuazione del principio di solidarietà europea, l’individuazione di sbocchi alternativi, l’introduzione di una clausola di salvaguardia che permetta di scoraggiare triangolazioni commerciali illecite.

L’Italia rischia la chiusura di molti degli stabilimenti di produzione, la crisi degli operatori del trasporto e la perdita di posti di lavoro (46.000 aziende agricole, 52.000 addetti, 7.000 occupati tra fissi e stagionali, indotto pari a 18.000 unità) con inevitabili ripercussioni sull’attuale situazione economico-sociale delle Regioni interessate. 

Per tali motivi, è necessario procedere rapidamente con l’iter parlamentare affinché per la nostra filiera dello zucchero non si arrivi allo smantellamento. A questo punto il piano presentato dal ministro Alemanno non può e non deve essere considerato il punto di partenza per una ristrutturazione ancora più drastica del settore con la perdita di 80.000 posti di lavoro nel nostro Paese. 

Il Governo deve assumersi le proprie responsabilità a Bruxelles.  Come parlamentare europeo, assieme al collega Lavarra, ho presentato 5 emendamenti per chiedere che venga assegnato un ruolo centrale alle autorità competenti nazionali nella supervisione degli aiuti alla ristrutturazione, che siano assegnati aiuti specifici per le zone disagiate e che, con criteri scelti dallo Stato membro, siano previsti aiuti parzialmente accoppiati a sostegno della barbabietola da zucchero.

Inoltre, per scongiurare un impatto totalmente negativo della riforma, l’Italia dovrebbe ottenere la possibilità di utilizzare la dotazione finanziaria con la massima autonomia e risorse finanziarie aggiuntive per il rilancio industriale per la tutela dei posti di lavoro, una regola transitoria che garantisca gli operatori italiani e li ponga in condizioni di equità rispetto ai colleghi europei e, per superare la carenza di controlli doganali di alcuni Paesi, il rafforzamento delle norme che impediscono l’acquisizione dell’origine del prodotto attraverso la raffinazione.

25/10/2005





        
  



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