Si e' recato spontaneamente in Questura con i genitori e un avvocato un ragazzo ascolano di 16, E.M., che ha confessato di aver lanciato il razzo che ha colpito la tifosa doriana di Fano rimasta ferita alla fronte.

E' stato invece arrestato con l'accusa di aver aiutato il sedicenne a introdurre il razzo nello stadio un altro ragazzo, diciottenne, di cui per il momento non sono state rese note le generalita'. Per entrambi l'accusa e' di porto abusivo di strumento lanciarazzi e lesioni gravissime. Il sedicenne e' a casa, a disposizione della Procura per i minorenni di Ancona, mentre il diciottenne e' in carcere a Marino del Tronto.

Secondo quanto e' stato appurato, il razzo, usato per la segnalazione nautica, ha raggiunto la curva in cui si trovava la donna ed e' esploso frantumandosi. Sono state le schegge a colpire la tifosa. 'C'era un disegno, quel razzo poteva uccidere'. Non ha dubbi il questore di Ascoli Piceno Nicolo' D'Angelo.

'Il sedicenne, insieme al maggiorenne che lo accompagnava, e' entrato cinque minuti prima della fine sapendo di non poter essere identificati - ha continuato il questore -. Probabilmente c'era il proposito di fare un gesto isolato. Un grosso aiuto agli investigatore l'hanno dato gli stessi tifosi ascolani: 'Dopo il fatto gia' avevamo nome e cognome del ragazzo e siamo andati subito sotto casa sua'.