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Solidarietà per gli operai del Sgl Carbon che rischiano la mobilità

Ascoli Piceno | Democratici di sinistra e direttivo della Filcem-CGIL della Regione Marche auspicano un ripensamento dell’azienda.

di Stefania Mistichelli


Non cala l’attenzione sulle sorti dei 107 operai che la Multinazionale Sgl Carbon ha annunciato di voler mandare in mobilità. La manovra dell’azienda ha infatti disorientato la popolazione ascolana e tutti i soggetti coinvolti nella questione della riconversione della Carbon in Polo Industriale altamente tecnologico. Tra i punti fermi di tale progetto si ricorda che il più importante era proprio il mantenimento dei livelli occupazionali, che invece con questo annuncio vengono evidentemente abbattuti.

“La volontà della SGL Carbon di ridurre drasticamente la propria forza lavoro – spiega il direttivo della FILCEM-CGIL Marche – dà l’immagine di un’Azienda che vuole lasciare un manipolo di persone da usare come ostaggio per presidiare un sito che è e rimane, per la sua vastità (27 ettari) e posizione strategica (al centro della città), fortemente appetibile ed a rischio di speculazioni varie; mentre potrebbe essere il volano per il rilancio dello sviluppo della città”.

Anche dai democratici di sinistra di Ascoli Piceno giunge la sollecitazione di ogni livello istituzionale, per riattivare con l’azienda quel tavolo che aveva avviato una riflessione sulle possibili soluzioni. “E’ evidente come non si possa ragionare e decidere serenamente in una condizione di emergenza e precarietà come quella attuale in cui alcune azioni unilateralmente intraprese appaiono come una vera e propria forma di pressione. – si spiega – Il primo passo dovrà quindi essere quello della revoca della procedura inopinatamente avviata. Ogni successiva decisione , poi, dovrà avere come primo punto di tutela  il mantenimento del livello occupazionale, anche per il futuro”.

La priorità dunque è il mantenimento dei livelli occupazionali, di fondamentale importanze in periodo di forte crisi che maggiormente è sentita nel nostro territorio. Non va messa però in secondo piano l’esigenza di riconvertire l’area, che da anni e anni è forse la maggiore fonte di inquinamento della città di Ascoli. “La riconversione di quella area, -  si dice dalla segreteria ascolana dei democratici di sinistra – anche nel senso indicato dallo studio dell’Armal, appare come una prospettiva di crescita dell’intera città. Vi è , in particolare, una opportunità nella ricerca di nuove tecnologie in alcuni campi caratterizzati da situazioni di emergenza, come ad esempio le fonti alternative di energia. In tale ottica vi può essere anche una possibilità di sviluppo per l’ Università di Ascoli”.

L’auspicio dunque, che sembra ormai venire da ogni parte, politica e non, è la revoca della procedura di mobilità, inspiegabilmente avviata in tempi così brevi, e la ripresa di un confronto sereno tra le parti per giungere ad una soluzione che soddisfi al meglio tutte le istanze delle parti in causa.

29/09/2005





        
  



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