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Primarie per le elezioni amministrative

San Benedetto del Tronto | Candidare una (o piu’) donna, una (o piu’) persona della societa’ civile oltre che i candidati dei partiti.

di Tonino Armata


Non a tutti piacciono le “Primarie” per la scelta del Sindaco alle prossime elezioni amministrative: dal punto di vista teorico vi leggono il passaggio dalla dialettica pluralistica dei partiti alla prevalenza del personalismo e, in linea di tendenza, del presidenzialismo. Dal punto di vista delle associazioni e dalla società civile giungono a temere l’opposto: che le primarie siano ingabbiate dalla capacità di controllo degli apparati, e quindi finte.

Le Primarie per l’elezione del Sindaco che ci accingiamo a sperimentare il 16 ottobre, sono segnate soprattutto da una necessità. Il risultato scontato le farebbe apparire inutili: perché si dovrebbe scegliere un sindaco già scelto dai partiti del centrosinistra? La ragione c’è ed è che il candidato Sindaco oltre che contare solo sui voti dei partiti di centrosinistra può essere rafforzato da una larga indicazione popolare.
Come abbiamo detto, le Primarie possono essere un momento di democrazia, cioè di potere restituito ai cittadini, oppure di manipolazione del consenso da parte degli apparati. E infine possono essere innocue, inutili, quindi deprimenti. Quale di queste possibilità, dipende dai dettagli.

Primo “dettaglio”: per quanto riguarda le primarie del 16 ottobre del centrosinistra, la campagna elettorale si dovrà svolgere in autentica par condicio. Il che si può ottenere in un solo modo: con l'impegno solenne e istituzionalizzato di una campagna fatta esclusivamente per confronti - nelle piazze, nei cinema, nei teatri -  televisivi, sui giornali - ai quali partecipano tutti i candidati alla candidatura. Altrimenti, la disparità di risorse, finanziarie, organizzative e d’esposizione mediatica, inciderà sciaguratamente sulla libera decisione dei votanti. Una campagna costretta in questa dimensione egualitaria avrebbe l'ulteriore vantaggio democratico di costringere i candidati ad argomentare, e null'altro. Non conterebbero i creativi pubblicitari, ma solo l'efficacia del ragionare in pubblico e in contraddittorio.

Secondo "dettaglio": che non vi siano solo candidati degli schieramenti dei partiti. Che vi sia almeno una (o più) donna e un (o più) candidato vero della "società civile". Altrimenti tutto si ridurrà alla conta di quanto pesi lo schieramento Ds - Margherita rispetto a quello dei partiti minori. E troppi cittadini resteranno a casa. Né vale l'obiezione che un tale candidato non avrebbe chance di battere Calvaresi, Gaspari o Colonnella. Ma il senso delle Primarie è quello di coinvolgere tutto il potenziale attivo del centrosinistra, dunque anche i tantissimi cittadini democratici senza tessera che appartengono alle associazioni o che hanno partecipato alla stagione dei "movimenti", offrendo loro di manifestare attraverso un nome le diverse anime e intensità della democrazia e del riformismo italiani. Del resto, senza questa partecipazione piena, che solo le condizioni richiamate possono assicurare, la legittimazione del Sindaco in quanto scelta popolare. Ecco perché pensiamo che individuare una (o più) donna e un (o più) candidato della società civile non sia frammentare ulteriormente il panorama del centrosinistra, ma rendere un servizio essenziale all'unità dei cittadini per sconfiggere il governo di centrodestra che mal ha governato la nostra città.

07/08/2005





        
  



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