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Festa della Madonna della Marina. Novantasette anni di storia.

San Benedetto del Tronto | La prima pietra della Chiesa nel 1847. La prima festa nel 1908.

di Carmine Rozzi

La Festa della Madonna della Marina, versione moderna, in San Benedetto del Tronto, ufficialmente, è nata nel 1908, quando è stata inaugurata la nuova Chiesa Parrocchiale di <<S. Maria della Marina>>. La prima pietra della Chiesa nuova era stata posta nel 1847, da padre Gioacchino Pizzi, primo curato in <<pectore>> del costruendo tempio. La vecchia chiesa (ubicata ad est del vecchio Municipio di SBT, tra le attuali via Crispi e via XX Settembre), il Comune, nel 1615, l'aveva costruita a sue spese e ne era rimasto sempre 'patrono'.

Dopo l'inondazione (esistono molte fotografie dell'inondazione in questione), avvenuta il 6 luglio 1898, per lo straripamento del fosso Albula, la S. Messa non fu più officiata e nel Maggio 1899, con il consenso delle Autorità superiori venne demolita. Anche in quel periodo, dal 1615 al 1898, si teneva una festa annuale dedicata alla Madonna della Marina, che si estrinsecava soprattutto con una Processione e con una corsa di cavalli berberi, montati senza sella, su un ippodromo improvvisato, in spiaggia, ubicato nell'area oggi occupata dallo Chalet 'Bacio delle Onde' allo Chalet 'da Luigi'.

L'era moderna della Festa invece inizia nel 1908, con la Processione (festeggiamento religioso) e una serie di iniziative (festeggiamento civile) a carattere sportivo e ludico, quasi sempre (ad eccezione dei periodi bellici e di un anno, in tempi recenti) culminata con i fuochi artificiali, divenuti famosi per la loro qualità, quasi sempre di ottima fattura.

La data scelta è stata quasi sempre l'ultima domenica di luglio, anche se per esigenze di carattere turistico, qualche volta, quando l'ultima domenica di luglio coincideva col il 31 luglio, come in questo anno 2005, per evitare che i turisti fossero assenti, perché quelli dell'ondata di luglio partivano e quelli dell'ondata di agosto sarebbero giunti il 1° agosto, eccezionalmente, la Festa è stata anticipata alla penultima domenica di luglio.

Apertura della chiesa nuova. (5 APRILE 1908)
(da articoli dell'epoca)

<<Il giorno 5 aprile sarà aperta al culto la Nuova Chiesa Parrocchiale di S. Maria della Marina. La chiesa, costruita soltanto a metà, ha la superficie di 750 metri quadrati e si eleva all'altezza di circa 30 metri. L'insieme architettonico, ancorché incompleto, produce ottima impressione, tanta è l'eleganza delle linee. Si apre a culto, benché sia priva di decorazioni, perché la popolazione della Parrocchia (che è di circa 7.000 abitanti) non ha la Chiesa sufficiente ai bisogni spirituali.

La Chiesa sarà benedetta la mattina del giorno 4 aprile da Mons. Luigi Boschi, Vescovo Diocesano; alla sera del 4 aprile la immagine della Madonna della Marina verrà processionalmente trasportata dalla Chiesa di San Giuseppe al nuovo Tempio ed alla mattina del 5 aprile Mons. Vescovo amministrerà il SS. Sacramento della Cresima ai fanciulli che hanno compiuto il sesto anno di età e la Prima Comunione a più di 160 giovani della Parrocchia>>.

LA NUOVA CHIESA: CENNI STORICI

L'immagine che da lungo tempo in questo paese si venera sotto il titolo di Madonna della Marina trovavasi provvisoriamente collocata nella Chiesa di S. Giuseppe, costruita nel 1872, coll'obolo dei fedeli e coll'opera solerte e zelante dei due compianti benefattori Can. Benedetto Spaletra e il Sig. Pietro Rocchi. Sino al 5 luglio 1898 la devota immagine ebbe la sua sede nella Chiesa parrocchiale di S. Maria della Marina, posta in piazza del Mercato, vicino al Palazzo Comunale .

La Chiesa era piccola, indecente, malsana e pericolante. Il Comune, nel 1615, l'aveva costruita a sue spese e ne era rimasto sempre 'patrono'. Dopo l'inondazione (esistono molte fotografie dell'inondazione in questione), avvenuta il 6 luglio 1898, per lo straripamento del fosso Albula, non fu più officiata e nel Maggio 1899, con il consenso delle Autorità superiori venne demolita.
Nella vasta Parrocchia della Marina, che conta più di 6.000 abitanti, non esisteva fin'ora altro che la piccola Chiesa di S. Giuseppe, capace di contenere appena 600 persone.


Gravissimo era il danno religioso, morale e civile che ne veniva al nostro popolo. La predicazione, l'istruzione catechistica, le funzioni religiose, erano paralizzate, il popolo era costretto ad assistere ai divini uffici sulla pubblica strada. I nostri antenati fin dal 1847 sentirono il bisogno di una nuova Chiesa parrocchiale, corrispondente allo sviluppo di questa industriosa popolazione.


Lunga e dolorosa è la storia della fabbrica della Nuova Chiesa. Fu incominciata su disegno dell'insigne architetto Virginio Vespignani nell'anno 1847 e si lavorò, salvo poche interruzioni fino al 1850 spendendosi per l'acquisto del suolo e per le sole fondamenta elevate a qualche metro di altezza più di L. 42.000.

Dopo il 1860 sopraggiunti tempi di confusione e di rivoluzione furono presi abusivamente e venduti i materiali, che per una cifra rilevante, si trovavano nel largo piazzale nella nuova Chiesa. Il lavoro rimase sospeso e per molti anni non se ne parlò più.
Negli anni 1894-1895 si elevarono le mura a circa 8 metri di altezza e fu coperto un vasto locale ad uso sagrestia che nei giorni festivi serve per l'istruzione catechistica  per il ricreatorio dei giovanetti.

Mons. Luigi Boschi pensò di condurre a termine le tre navate soltanto arrestando la costruzione là dove il disegno Vespignani incominciava la crociera e il disegno Rossi il presbiterio, lasciando alla Divina Provvidenza e alla Pietà dei posteri la cura di condurre a termine il resto del fabbricato.
La parte che è aperta al culto rappresenta una superficie di 700 mq. Ancorché arrestata a mezzo la Nuova Chiesa produce gradevole impressione, di quasi costruzione completa.

L'altare costruito in legno si è cercato di armonizzarlo col resto della Chiesa. In avvenire si spera di condurre a termine anche la parte superiore, lavoro a cui ora si è dovuto rinunziare per mancanza di tempo e di denaro. Il Presbiterio che occupa lo spazio della prima arcata di mezzo, sollevato di 30 cm sul pavimento, è chiuso da una balaustra in legno e ferro battuto; essa si accorda col carattere tutto snello e leggero della Chiesa.

Le mura, ancora grezze, danno a tutto il fabbricato l'aria solenne della antiche chiese del periodo romano, solennità affatto disturbata dalle parti in legname, che sono state bene intonate con tutto il resto. Il nostro paese può andar superbo di questo monumento nuovo. Esso non è completo, è vero, ma nessuno può dire che esso sia una storpiatura. Senza nulla cambiare, nella parte già distrutta, si potrà eseguire il resto ed averne un insieme organico e grandioso.

INAUGURAZIONE DELLA NUOVA CHIESA PARROCCHIALE
DI S. MARIA DELLA MARINA

La nostra marina, su cui Dio sparse tanta grazia di sorriso vede finalmente compiersi un lungo desiderio dell'inaugurazione del nuovo tempio. Le mura cresciute con lento e intralciato lavoro sulle fondamenta rimaste gran tempo in abbandono, oggi chiudono con ardito slancio la maestà della dimora di Dio, e pare che invitino l'anima a salire là dove l'urlo delle passioni non giunge. Sono ancora grezze e portano le tracce d'un opera dolorosamente troncata sotto la pressione del bisogno urgente e le deficienze finanziarie: ma anche così non mancano di quell'austera bellezza che deriva da un insieme pieno di armonia e di solennità.

L'ampia navata, per cui saliranno a Dio i pianti delle madri, le preci delle fanciulle, i voti dei marinari, nell'aprirsi al culto, segnerà una data memoranda che corona una lunga serie di sacrifici e di ostacoli in apparenza insormontabili, suggella un'assidua vicenda di speranze e di conforti che accompagnarono l'ardua esecuzione del lavoro. Ne siano grazie a Dio che ci sostenne nell'audace impresa e a quelli che ci furono larghi d'incoraggiamento e di aiuti!

Ed ora che sulla nostra spiaggia sonante del murmure dell'onda e del faticoso lavoro umano, s'erge, vero faro di speranza, il monumento che dice a Dio la pietà del popol nostro e sino a Lui porta il grido delle aspirazioni e il gemito collettivo delle anime, ci sarà lecito dal lieto avvenimento trarre per l'avvenire di questo paese gli auspicii di una concordia prosperosa e di un fecondo progresso.

ODE DEL POETA SAMBENEDETTESE GIUSEPPE SPINA
(in occasione dell'apertura della nuova Chiesa
di S. Maria della Marina, il 5 aprile 1908)

Quando profondo, estatico,
I bianchi marmi e il sacro
Altar, l'occhio rimira,
Oh! nel pio Simulacro
Che silenzio, che pace il cor respira!

Mite e puro silenzio
Lieto di santa luce!
Intima, dolce pace
Che l'anima conduce
A le sfere del giubbilo verace!

Mistico altar, purissimo
Ricettacol d'Amore:
Viva fiamma sicura
Che distrugge l'errore:
Tu fai santo il dolor, la gIoia pura!

Dove fu spirito indomito,
Percorso, burbansoso
Dove fu cuore impuro
Che al suo raggio amoroso
Sempre non ritornò dimesso e puro?

Come si eleva l'anima
All'ombra de' tuoi voli!
Qual sugge (?) ambrosia eterna
Di rifiorenti cieli,
Quando all'amore, in te, sua fede alterna!

Inclito altar, propizio
Ristoro degli afflitti:
A te, lor meta, il cuore
Volgono i derelitti
Dimandando Pietà, Giustizia, Amore!

In te, nell'alba tenera
Del suo corso mortale,
L'uomo sterge (?) la impronta
del tenebroso Male
E cangia in purità d'Adamo l'onta.

In te, ritorna, gelida
Spoglia esangue, stecchita,
Cinta di mesti fiori,
Quando la industre vita
Fuggì degli occhi suoi, gli ultimi ardori!

Giuseppe Spina

IL PRESIDE ATTILIO NARCISI,
MORI’ TRAGICAMENTE LA SERA DELLA FESTA 
DELLA MADONNA DELLA MARINA, 47 ANNI FA!

Il Preside dell'Avviamento marinaro di SBT, Attilio Narcisi, morì tragicamente, a San Benedetto del Tronto, il giorno della Festa della Madonna della Marina, esattamente, tra la sera di domenica 28 e la mattina di lunedì 29 luglio 1957, esattamente alle ore 0.30 (30 minuti passata la mezzanotte) mentre, a causa di un improvviso temporale estivo (durante l’estrazione della Tombola), lui e una moltitudine di altre persone, per ripararsi dal violento acquazzone, cercavano rifugio sotto il ponte della Ferrovia, nei pressi del Cinema ‘Dopolavoro Ferroviario ‘oggi Cinema delle Palme’. Finito a terra, calpestato dalla calca di persone terrorizzate, è deceduto. Aveva 67 anni.

POESIA: LA MADONNA DELLA MARINA

Sei bella, o Madre, sei nel puro azzurro,
vision divina, Raffael ti pinse:
sei dolce e mite, se al pensier sorridi,
del fiesolano.

Sei bella e cara se tra i raggi d'oro
maternamente dal tuo santo altare
guardi sui figli ed apri le tue braccia
d'amore in atto.

O Madre, allora mi si allarga il core:
sfuman le nebbie de la mente impure;
e se la vita nel dolor trascino
non maledico.

Ma se furiosa sopra il mar s'addensa
il nembo e innalza dai profondi gorghi
di monte in guisa gli agitati flutti,
sei stella, o Madre.

Se a Te nel buio de la notte intento
guarda il nocchiero ne l'incerta via;
a Te la speme del suo fragil legno
piangendo affida.

Che se non regge - ahi pianto! e giù tra l'onde
sente mancarsi col vigor la vita,
pensa i lontani figli e la consorte
e a Te, morendo

dice: provvedi un padre alla famiglia,
che, me perduto, non ha più sostegno;
abbiano il pane i poveri miei figli,
abbiano l'amore

e le carezze della madre almeno…
chi li consigli ne le dubbie cose,
chi li corregga quando il piè mal fermo
al mal declini.

Tu, buona, appresta… e dona pur l'oblio
di tanto duolo che li affanna a riva
scordino il giorno, scordino anco il loco
ove io son morto.

O Madre, il grido di chi muore ascolta;
e, quando i bimbi proni al santo altare
a Te verrano, piovi deh i suoi cuori
le tue dolcezze.

B.S.

<<IL TEMPIO>>
PROVERBIO CINESE

Un proverbio cinese dice che allora potrà dirsi raggiunta la sicurezza sociale 'quando si vedranno consumati i gradini delle chiese e fiorite d'erba le soglie delle carceri'.

23/07/2005





        
  



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