Sulle date del fermo pesca la Confcommercio soddisfatta a metà.
San Benedetto del Tronto | Lo scaglionamento va bene ma, nonostante tutto, si registrano discrimanazioni riguardo ad altre marinerie.
Giovedì 14 è stato firmato il decreto sulle modalità attuattive del cosiddetto "Fermo Pesca" per il 2005 che ha previsto per le navi da pesca inscritte nei compartimenti marittimi da San Benedetto del Tronto a Manfredonia compresi, l'interruzione temporanea della pesca per 30 giorni in due periodi di 15 giorni consecutivi, rispettivamente dal 13 Agosto al 27 Agosto e dal 17 Settembre al 1° Ottobre 2005.
"Rispetto alla prima ipotesi - ha commentato il direttore Confcommercio Giorgio Fiori- che prevedeva il fermo pesca per il compartimento diSan Benedetto e cioè per l'intero territorio della Provincia di Ascoli Piceno, per 30 giorni consecutivi, dal 1° al 30 Agosto, un risultato migliorativo è stato aggiunto, grazie anche alle sollecitazioni della Confcommercio che si è subito mobilitata per la legittima tutela dei ristoratori e dei commercianti di pesce. Ma resta la discriminazione tra il nostro mare e quanto previsto per l'Adriatico Sud da Manfredonia a Crotone (dove il fermo va dal 3 al 18 Settembre e dal 30 Settembre al 14 Ottobre) ed il Tirreno (dal 12 Settembre all'11 Ottobre).
"Lo scorso anno il periodo del fermo pesca si è protratto dal 5 Agosto al 5 Settembre ed è stato dunque ancora più drammatico - aggiunge Fiori- ma la "mediazione" raggiunta per quest'anno è la riprova che il fermo pesca più che di un provvedimento si tratta di uno spot per accontentare i pescatori che hanno così le ferie pagate. E' ormai scientificamente provato - aggiunge Fiori- che il fermo non serve a nulla e che invece sarebbe molto più utile dividere il mare per fasce, da
quelle costiere e via via a quelle più lontane, inibendo appunto la pesca in quelle zone dove bisogna tutelare la riproduzione di alcune specie e contendendola invecenelle altre.
Così si rispetterebbe il ciclo biologico e si garantirebbe sempre pesce fresco ai ristoranti nella nostra Riviera, presso i quali secondo gli stessi dati ISTAT ne viene consumato il 75 per cento."
"Ci auguriamo dunque che dal prossimo anno si possa addivenire ad un provvedimento più razionale perché pur se è evidente che se il Ministero deve necessariamente accontentare per motivi diversi dalla tutela biologica le imprese di pesca, insistendo su un fermo che a questo punto più che biologico può essere definito "politico", anche le imprese del commercio e della
ristorazione costrette ad un fermo eccessivo o a ridurre l'attività, dovranno ricevere un adeguato sostegno economico, ovvero un sostegno sociale con il ristorno delle spese affrontate dalle stesse imprese per mantenere l'occupazione".
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15/07/2005
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