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Dopo vino, carne bovina e frutta e verdura, anche il latte fresco marchigiano diventa “doc"

| ANCONA - Scatta domani l'etichettatura obbligatoria con indicazione del luogo di mungitura. Coldiretti: “Un'occasione per imprese, economia e consumatori".

Dopo vino, carne bovina e frutta e verdura, anche il latte fresco marchigiano diventa “doc”. Domani, martedì 7 giugno, scatta, infatti, l’obbligo dell’etichettatura dell’origine, che impone di indicare sulla confezione non solo il luogo di confezionamento, ma anche quello di mungitura o di allevamento.

“In questo modo potremo finalmente sapere se ciò che beviamo è prodotto nelle nostre stalle oppure viene dall’estero – spiega il presidente Giannalberto Luzi -, e ciò rappresenta una vittoria per i consumatori e, consentitemi, per la Coldiretti, che da mesi preme per l’applicazione della legge sull’etichettatura obbligatoria dell’origine degli alimenti, ottenuta dopo aver raccolto oltre un milione di firme. Ma questo provvedimento è anche un’occasione d’oro per il settore lattiero caseario regionale”.

Il latte marchigiano presenta, infatti, caratteristiche nutrizionali e di qualità ben superiori alla media. “Facciamone dunque un prodotto che possa rappresentare la nostra regione al pari di olio, vino, carne bovina – sottolinea il direttore Dino Tartagni -, facendo leva sulla possibilità di essere finalmente riconoscibile, e al tempo stesso promuoviamone il consumo, specie presso le giovani generazioni, per le quali il latte è un alimento essenziale nella dieta”.

Tra l’altro, secondo i dati della Cooperlat Tre Valli relativi ai primi quattro mesi del 2005, i marchigiani stanno bevendo più latte (+3,4%) rispetto allo scorso anno, in controtendenza rispetto al trend nazionale.

L’etichettatura d’origine potrebbe, inoltre, concorrere a riequilibrare i rapporti all’interno della filiera, dove il latte viene pagato agli allevatori poco meno di 0,30 euro al litro, per essere poi rivenduto a 1,35. “Alle aziende finisce così appena il 20% del valore – denuncia Luzi -, ma bisogna far capire che con questo 20% le nostre imprese non solo producono il latte, ma fanno anche manutenzione del territorio, preservando l’ambiente dal rischio di dissesto idrogeologico, visto e considerato che nove allevamenti su 10 operano in aree montane o svantaggiate.

Credo sia dunque giunto il momento di rivedere la distribuzione di quel restante ottanta per cento, che finisce a industria e distribuzione”.


IL LATTE BOVINO MARCHIGIANO
          
2004 - LATTE PRODOTTO 46.950.000 lt.
AZIENDE PRODUTTRICI 240
PRODUZIONE ANNUALE MEDIA PER AZIENDA 195.000 lt.

UTILIZZO DEL LATTE PRODOTTO
• 46%  latte alimentare fresco e alta q.
• 35%  mozzarella
• 17%  formaggi
Fonte: elaborazione Coldiretti Marche su dati LatteMarche

IL CONSUMO DI LATTE FRESCO NELLE MARCHE NEL 2004

TIPOLOGIA  QUANTITÀ (litri)
Alta Qualita' 3.762.037
Intero 3.393.095
Parzialmente scremato 3.363.587
Fermentato 5.246
Totale 10.523.965
Fonte: elaborazione Coldiretti Marche su dati Cooperlat Tre Valli


IL CONSUMO DI LATTE FRESCO
CONFRONTO PRIMI 4 MESI 2004-2005

TIPOLOGIA  
2004             2005             %
Alta Qualita' 
1.193.600 l 1.284.300 l + 7,60
Intero 
1.045.300 l 1.003.900 l - 4
Parzialmente scremato 
1.096.500 l 1.157.500 l + 5,60
Totale 
3.335.500 l 3.447.800 l + 3,40
Fonte: elaborazione Coldiretti Marche su dati Cooperlat Tre Valli

06/06/2005





        
  



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