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Il sindaco Martinelli: “voterò 4 sì al referendum”. Le posizioni dei politici a San Benedetto

San Benedetto del Tronto | Sindaco, centrosinistra (tranne la Margherita), Nuovo Psi e Rosini favorevoli a 4 sì. Centrodestra per l’astensione

di Giovanni Desideri

“Io andrò a votare e voterò 4 sì, perché da medico conosco queste problematiche e capisco bene che non si possono proibire certe scelte per legge ad una coppia. Sono inoltre favorevole alla sperimentazione con cellule embrionali, perché non si può bloccare la scienza e il progresso.” Così il sindaco di San Benedetto Martinelli, ginecologo.
 
Dietro al primo cittadino centrodestra e centrosinistra sono divisi in schieramenti trasversali sui quattro quesiti del referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno sulla procreazione assistita (primo quesito: ricerca sulle cellule embrionali; secondo: sulle modalità della fecondazione artificiale; terzo: diagnosi di malformazioni genetiche dell’embrione; quarto: fecondazione eterologa, ovvero con un donatore esterno alla coppia).
 
Oltre al sindaco siedono in consiglio comunale tre altri medici: il cardiologo Benedetto Marinangeli di Azione Indipendente (gruppo nato da Forza Italia), annuncia che non andrà a votare, per ragioni politiche (“ma come medico sarei tentato di votare sì alla ricerca sulle cellule embrionali”); il medico legale Vincenzo Rosini (“Lista Rosini – Nuova Alleanza”), che voterà 4 sì riservandosi di illustrare le proprie motivazioni in un prossimo documento; e il nefrologo Francesco Bruni, che voterà 4 sì ed esprime preoccupazione sulla chiarezza delle informazioni messe a disposizione degli elettori (“mi auguro soltanto che le persone capiscano di cosa si tratta”).
 
L’intera giunta e quasi tutto il centrodestra in consiglio comunale sono per l’astensione: così AN, con il vicesindaco Pasqualino Piunti (che è anche assessore alle politiche sociali, vicepresidente provinciale del partito e vicepresidente del consiglio provinciale), il coordinatore comunale Luca Vignoli (assessore al bilancio), il presidente del consiglio Giorgio De Vecchis e il capogruppo Benito Rossi, che ritengono all’unisono che la materia è troppo complessa per essere decisa attraverso uno strumento come il referendum e che puntano quindi al fallimento del quorum.
 
L’UDC, partito del senatore Amedeo Ciccanti, è impegnato sul fronte dell’astensione, anche con numerosi manifesti affissi in questi giorni negli appositi spazi. Proprio su questo aspetto della campagna referendaria polemizzano il capogruppo di Rifondazione Comunista Settimio Capriotti e Giorgio Mancini della Sinistra Giovanile DS, ritenendo che i manifesti dell’UDC avrebbero invaso tutti gli spazi, anche abusivamente. Risponde Marco Lorenzetti (assessore al commercio), il quale ritiene che per i manifesti della campagna referendaria ci siano pochi spazi in generale. E che alcuni manifesti dell’UDC e del movimento Scienza e Vita sarebbero stati oscurati.
 
Per il capogruppo e segretario provinciale DS Giovanni Gaspari i 4 sì sono “una scelta di civiltà. La ricerca non si può fermare”. Il capogruppo del Nuovo Psi Paolo Forlì (uscito da alcuni mesi da Forza Italia) è uno dei promotori del comitato per il sì al referendum. Per i 4 sì anche il segretario comunale dei Verdi Paolo Canducci e l’ex consigliere regionale Pietro D’Angelo.
 
La Margherita lascia libertà di coscienza come partito. Rutelli ha però annunciato che non andrà a votare. Il capogruppo Antimo Di Francesco: “mi astengo, ricalco il pensiero di Rutelli: su temi di questa importanza lo strumento referendario non è adatto”. L’on. Orlando Ruggieri: “io andrò a votare perché ritengo che il referendum sia la massima iniziativa popolare. Sui quesiti farò una riflessione attenta: ma per un fatto di coscienza non voglio esternare il mio pensiero”.
 
L’altro deputato del collegio di San Benedetto, Gianluigi Scaltritti di Forza Italia, segue invece la linea dell’astensione: “io non vado a votare. Questa è una legge nata in Parlamento ed  eventuali modifiche devono seguire un periodo di sperimentazione e un successivo approfondito dibattito, come quello che ha preceduto la sua approvazione. Inoltre non vado a votare perché sono un cattolico liberale, e quindi sono per la difesa della vita. Non ritengo che una decisione così delicata debba essere affidata ad un referendum abrogativo”.

06/06/2005





        
  



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