Si è conclusa da alcune settimane la nostra inchiesta su la “Guerra dei Decibel”, un tema che ha infiammato i quotidiani locali e come abbiamo potuto vedere in giro, tutta l’Italia.

 

Da nord a Sud, da est a Ovest, le maggiori località turistiche balneari chi in un modo chi un altro hanno dovuto far fronte a questo problema.

 

Alassio, Rimini, Viareggio, Taormina, Fregene, Vieste, Gallipoli…alcune delle località che per “similitudine” hanno dato vita ad una lotta serrata tra albergatori/comune da una parte e gestori di stabilimenti dall’altra.

 

In alcune di queste città abbiamo trovato proposte veramente interessanti, è il caso di Alassio, nel quale il Sindaco ha pensato bene di equiparare la città a paese industriale, permettendo un innalzamento della soglia dei decibel…oppure quella della così detta zonizzazione, applicata in diverse località ha permesso la distinzione tra zone “musicali” e zone “silenziose”…

 

Guerra dei decibel e crisi del turismo che per un certo verso hanno qualche diramazione comune…

I giovani che vogliono divertirsi  scelgono località che sono in grado di offrire divertimento, le persone che vogliono relax cercano località che siano “calme”, uno scontro diretto, che alla fine non da vincitori e vinti, chi resiste, resta, gli altri se ne vanno e promettono di non tornare più.

 

Ok, non c’è solo la guerra dei decibel…prezzi, servizi, caro-euro tutto e tutti contribuiscono alla “disfatta” del turismo.

 

Abbiamo chiesto al neo Presidente della Provincia cosa pensa di questi due temi così scottanti dell’estate 2004.

 

“Il problema della crisi del turismo, non è legata al carattere locale, c’è una recessione, una difficoltà economica delle famiglie italiane.”

 

“Questo non toglie – continua Rossi – che noi dobbiamo qualificare l’offerta delle nostre strutture per arrivare anche alla destagionalizzazione.

 

Dobbiamo puntare a valorizzare le nostre ricchezze, proponendo un turismo che sia anche culturale, abbiamo le nostre risorse, dobbiamo proporci nel migliore dei modi”.

 

E la guerra dei decibel?

 

“Sulla costa dopo una certa ora non dobbiamo fare più “Rumore”, e questo per il tipo di promiscuità che esiste nel nostro sistema turistico.

 

I giovani non amano solo il “tuz-tuz”, è importante però rispettare questa esigenza, per questo le strutture dovrebbero essere distanti, oppure legate a strutture dell’interno.

 

L’importante è creare la compatibilità, se si vuole mettere tutto dentro ad un unico contenitore, non va bene.

 

Del resto l’unico limite verificabile è l’orario, il volume non si può garantire.

Gli operatori devono creare questa offerta, con delle sinergie e lavorare cercando di legarsi agli altri. Convenzioni ad esempio, creare mezzi per spostarsi, in cui l’ingegno nasce dal privato” – conclude Rossi-

 

La stagione tramonta, “l’ascia di guerra” per il momento è sotterrata, le associazioni di categoria, sembrano stiano trovando il tanto sospirato dialogo per cercare di sanare le divergenze ed offrire per l’anno prossimo un offerta completa che metta d’accordo tutti.

 

Noi aspettiamo, e saremo i primi ad alzare il “volume” per gridare alla Pace.