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In sovrappeso un marchigiano su tre

| ANCONA - Secondo l'Eurispes Marche ben il 31,4% della popolazione risulta in sovrappeso, dato equivalente a quello relativo all’intera popolazione italiana.

La popolazione ingrassa in misura esponenziale anche nel nostro Paese e la quota cresce con l’avanzare dell’età. Focalizzando l’attenzione sulla regione Marche, da un’indagine condotta dall’Eurispes Marche, si evince che ben il 31,4% della popolazione risulta in sovrappeso, dato equivalente a quello relativo all’intera popolazione italiana. I soggetti in soprappeso risultano particolarmente numerosi nelle fasce di età già mature: il 43,4% dai 45 ai 64 anni ed il 42,7% dai 65 anni in su.

 (vedi grafico allegato 1)

Sebbene l’abitudine alimentare più diffusa nelle Marche, rispetto al modello dietetico occidentale ricco di grassi animali e povero di frutta e verdura, sia la dieta mediterranea, gli abitanti della nostra regione, hanno seri problemi con il proprio peso. I dati risultano preoccupanti soprattutto se si considera che quantità eccessive di grasso corporeo costituiscono un pericolo per la salute da non trascurare, soprattutto per il rischio di insorgenza di malattie come la cardiopatia coronaria, il diabete, l’ipertensione, l’insufficienza respiratoria e il sovraccarico sulle articolazioni. Una delle maggiori cause di obesità e soprappeso è l’assenza di attività fisico-sportiva ma la scelta degli alimenti, di una dieta da seguire e di uno stile di vita sano costituiscono pure fattori rilevanti per la tutela del proprio benessere.

Nella maggioranza dei casi il pasto principale dei marchigiani risulta essere il pranzo (78,1%) e, in relazione al luogo in cui si consuma il pasto, pranza a casa l’81,9% della popolazione regionale, mentre il 2,6% e l’1,2% mangiano rispettivamente al ristorante e al bar.
Oltre alla cultura della corretta alimentazione bisogna necessariamente avvicinarsi all’attività fisica che serve a tonificare la massa muscolare, esercita un effetto positivo sull’umore e sui livelli di autostima aiutando a contrastare l’obesità e svolgere un ruolo protettivo per la salute. I cittadini marchigiani che praticano attività sportiva ne sono consapevoli, tant’è che ben 6 marchigiani su 10, ovvero ben il 62,7% si dimostra sensibile rispetto a tale stile di vita.
“Circa 1 miliardo di persone nel mondo è in soprappeso e 300 milioni è in stato di obesità. Circa metà della popolazione del mondo industrializzato è in eccesso di peso – spiega Camillo Di Monte, presidente Eurispes Marche - L’incremento del peso medio della popolazione interessa soprattutto gli Stati Uniti e l’Europa e dipende non solo da una maggiore assunzione di calorie dalla sedentarietà e da uno stile di vita inadatto a compensare gli eccessi di una dieta iperlipidica. I bambini italiani, ad esempio, sono i più grassi d’Europa: il 36% è in sovrappeso contro il 27% di quelli spagnoli, il 24 % di quelli svizzeri, il 20% di quelli inglesi, il 19% di quelli francesi, il 14% di quelli tedeschi. Nei Paesi più poveri come la Russia e la Polonia il tasso è molto più basso, circa il 9%.

(vedi grafico allegato 2)

“I dati relativi al 2001 indicano che solo nelle fasce d’età tra i 6 e i 17 anni la maggior parte dei soggetti pratica sport o altre attività fisiche. Le percentuali scendono rapidamente e si attestano al 35,4% già tra i 25 ed i 34 anni, scendendo ben al di sotto di un terzo del totale dai 35 anni in poi. Nel complesso solo il 33,6% della popolazione sopra i 3 anni pratica sport. Considerando che la sedentarietà favorisce notevolmente l’accumularsi dei chili in eccesso, i dati sulla scarsa pratica di sport e di altre attività fisiche da parte degli italiani, risultano coerenti con l’elevata diffusione riscontrata di soprappeso ed obesità. Il fatto poi che i più giovani siano quelli che fanno più spesso movimento e anche quelli che hanno più raramente problemi di peso, costituisce un’ulteriore conferma della relazione tra i due fattori.

I costi sanitari legati all’obesità ammontano, nel nostro Paese, a 22,8 miliardi di euro, il 6,7% della spesa sanitaria totale ed il 65% della cifra riguarda le spese ospedaliere. Anche i costi sociali sono molto elevati considerando che ben il 75,5% degli italiani affetti da obesità abbandona l’attività lavorativa, il 7,2% la diminuisce, il 12,5% è costretto a modificare il tipo di attività. La guerra all’obesità è un progetto che rientra nel tentativo del Ministero della Salute di promuovere una corretta educazione alimentare, in quanto l’abitudine al consumo di pasti piccoli e privi di grassi eccessivi ridurrebbe il rischio di danni per la salute. Sicuramente, sul consumo di cibi spazzatura incide molto anche la comunicazione pubblicitaria adottata ad esempio dai fast food, che adesca molti ragazzi, anche con l’offerta di gadgets. La lotta all’obesità appare nel complesso piuttosto difficile e destinata a scontrarsi con le abitudini radicate nella popolazione e con gli interessi dei produttori alimentari”.

14/08/2004





        
  



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