Giorgio Perlasca, un eroe italiano
Servigliano | Domani, 4 maggio, il secondo appuntamento con un importante convegno dedicato ai giovani.
Sono dedicati ai giovani i convegni organizzati in questi giorni a Servigliano, momenti di riflessione per ricordare la vicenda di Giorgio Perlasca, uno dei tanti Giusti che hanno salvato il mondo, dell'orrore dell'olocausto, tragedia che non si deve ripetere. I ragazzi delle scuole sono in questi giorni a Servigliano per visitare la mostra "Il silenzio del Giusto".
Gli studenti delle scuole superiori di Macerata e di Sant'Elpidio a Mare hanno incontrato oggi, lunedì 3 maggio, il figlio di Giorgio Perlasca, Franco, prima di scoprire la vicenda dell'eroe dai documenti esposti, prima di ascoltare le storie custodite dal campo di prigionia di Servigliano. Il convegno, che aveva per titolo "La memoria del giusto", è stato coordinato da Giuseppe Fedeli e ha visto la partecipazione del vice sindaco di Servigliano, Guido Colletti, dell'assessore provinciale alla cultura, Carlo Verducci, del curatore della mostra Fabio Paci e di Orazio Zanetti Monterubbianesi, in rappresentanza dell'Associazione nazionale "Venezia Giulia-Dalmazia".
Tra il pubblico, il consigliere regionale Remigio Ceroni. E' stata ricordata la vita di Perlasca, la vicenda di un uomo che è diventato il simbolo del mondo benevolo e civile che tutti dovrebbero contribuire a costruire. Colletti ha spiegato il perché di tante iniziative dedicate alla memoria storica: "Ricordiamo i 60 anni dalla deportazione in un campo di concentramento di 31 ebrei prigionieri del campo di Servigliano. Solo 3 sono tornati. Ci è sembrata l'occasione migliore per rendere omaggio a Perlasca e con lui a quanti, nell'ombra, hanno rischiato la vita per salvarne altre. Non dobbiamo comprendere perché comprendere è giustificare. Dobbiamo ricordare per non dimenticare". Perlasca ha sottolineato la differenza tra un eroe e un Giusto: "Gli eroi compiono azioni bellissime e su quelle costruiscono la loro vita. I giusti compiono la stessa azione e poi tornano nell'ombra perché ritengono di aver fatto soltanto il loro dovere.
Mio padre è stato un Giusto, la sua storia è emersa dal racconto di quanto gli sono debitori della vita. Dopo la guerra, ha vissuto 45 anni da uomo normale, con la sua famiglia e i suoi ricordi. Quando poi gli hanno chiesto perché ha rischiato la sua vita salvando 5218 ebrei ungheresi, ha risposto semplicemente: perché sono un uomo. Questa è la grande lezione che vorrei i giovani cogliessero. Dobbiamo capire per evitare che il dolore possa tornare, quel dolore che non ha confini nè colore". A Perlasca è stato intitolato il piazzale antistante il campo di prigionia di Servigliano ma sono almeno un centinaio in tutta Italia le vie, le piazze, le scuole e i parchi che portano il nome del Giusto.
APPUNTAMENTI. Domani, martedì 4 maggio, alle 9 al cinema, si terrà l'incontro dibattito "Ripensare alla Shoah". Interverranno Carlo Saletti, dell'Istituto Storico di Modena, Frediano Sessi, della fondazione Fossoli di Modena, e Franca Foà Ascoli, presidente della Comunità ebraica di Ancona.
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03/05/2004
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