Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

Come i giovani affrontano il problema droga

| Come si pone il giovane di fronte alle lusinghe della droga?

di Loretta Del Bianco

Non è poi una cosa così brutta. In fondo,  gli Egiziani e gli Atzechi ne facevano un buon uso (ho detto buono!). Loro si 'dopavano' con le foglie di coca, che riducevano in poltiglia e assumevano per via orale.

Gli indigeni masticavano un miscuglio di foglie di coca  e ceneri di vegetali vari, quando venivano colpiti da qualsiasi malanno, spesso con buoni risultati. Poi però, nel 1860, il chimico Niemann trasforma le innocenti foglioline in un composto letale: la cocaina. Essa si estrae per sintesi dalle foglie dell'albero della coca ( le stesse che, private della cocaina, ritoviamo nella coca-cola)  scaldando benzoilecgonina con ioduro di metile ed alcol metilico.

Ho citato l'esempio della cocaina, ma avrei potuto benissimo parlare delle sigarette: anch'esse provocano assuefazione, alla stessa maniera, l'abuso di entrambe le sostanze possono avere effetti devastanti, ma l'uso è pressoché innocuo.

Perché ci si droga?
Perché si hanno problemi in famiglia, perché si vuol fare un'esperienza diversa, perché si vuole 'sfidare la vita', perché 'tanto- io- smetto- quando- voglio' o perché non si ha di meglio da fare?
Io credo che si arrivi alla droga quando il mondo comincia ad essere stretto, quando, per noia, si cerca  una 'gabbia di rose' tanto bella, quanto fragile e pericolosa.

 'Ebbra di schivo diletto,  la culla mutava in calesse, imitando gelide morsa' (autocitazione)

Noia. Credo sia questo il principale motivo per cui i giovani si avvicinano alla droga. Oggi i ventenni hanno tutto (parlo di beni materiali), o meglio, hanno tutto pronto, molto più di quel che i loro vicini antenati potevano immaginare.

Non è mia intenzione fare retorica, ma credo, e in questo mi sostengono purtroppo le testimonianze di giovani che hanno vissuto l'esperienza della droga, che manchi l'inventiva, il gusto per le cose create, e non sempre fatte e disponibili.

Credo fortemente nel ruolo dei genitori i quali, in molti casi, dovrebbero essere più presenti in famiglia (e non sto parlando di presenza fisica) e vigilare sul comportamento dei propri figli. Credo inoltre che le istituzioni (Servizi Sociali, Sanità Pubblica, Forze dell'Ordine,,,) debbano ricoprire concretamente il proprio ruolo, senza paura di lottare 'contro i mulini a vento'.

10/04/2004





        
  



3+5=

Altri articoli di...

ilq

Una serata di emozioni e scoperte

ASPIC Psicologia di San Benedetto del Tronto presenta il Centro Psiconutrizionale

Betto Liberati