I giovani e il caro-vita
| Un inchiesta analisi di Loretta Del Bianco
di Loretta Del Bianco
Soldi pochi, vita scadente, questa è la vita di noi 'ventenni'!
Altro che 'gioventù' bruciata'! Ormai, i 'James Dean' di una volta sono una razza in via d'estinzione..
Sono moltissimi i giovani di età compresa tra i venti e i ventinove anni che avrebbero difficoltà a mantenersi da soli.
Per essere più attendibile, ho voluto porgere qualche domanda a E. F., studentessa universitaria, 23 anni.
-Come giudichi il tuo rapporto col denaro?
-Faccio qualche lavoretto ogni tanto, ma la maggior parte delle mie spese sono coperte dai miei genitori(vitto e alloggio soprattutto e tasse universitarie); Per raggiungere la piena autonomia dovrei smettere l'università;
-Secondo te, le condizioni dei giovani italiani rispetto a quelle degli altri giovani europei, come sono?
-Beh, diciamo che noi siamo meno emancipati rispetto a loro, abbiamo un corso di studi molto più lento, abbiamo delle famiglie che ci tutelano molto. Noi andiamo via da casa molto più tardi: è un dato di fatto! Un americano a 22 anni è già laureato, mentre la media italiana sfiora i trenta!!!Diciamo che in Italia vige una politica 'di famiglia', mentre nel resto d'Europa si tende ad incentivare la nascita di nuove famiglie.
Una volta era il matrimonio a 'regolare' il patrimonio dei ventenni, ora che esso si contrae in un'età sempre più avanzata, l'unica risorsa economica possibile è costituita dai 'genitori.
Infatti, esclusi i lavoratori, che rappresentano la minima parte, i giovani attingono sempre più spesso da fonti altrui. Facciamo un esempio: la sottoscritta, come volontaria del Servizio Civile, percepisce 433, 61 euro mensili e, attraverso altri lavori saltuari, riesce a racimolare una cifra madia di euro cinquecento
.Ditemi voi, come potrei vivere senza l'aiuto dei miei genitori?
E così, come me, quelli della mia generazione. Allora, secondo me, le soluzioni possibili sono due:
gli studenti universitari potrebbero trovarsi un lavoro fisso (il che, esclusi i geni, posticiperebbe il conseguimento della laurea di almeno un anno);
i lavoratori (il cui stipendio mensile non superi i mille euro, farebbero bene trovarsi un secondo lavoro.
A questo punto, gentili lettori, capirete che, per noi ventenni, raggiungere la piena autonomia dai genitori non è cosa facile
.Ma non impossibile.
Immaginiamo per un attimo di essere un ventenne nord- europeo, un tedesco, per esempio:
in Germania, l'età media dei giovani che se ne vanno da casa non supera in media i venticinque anni
(fonte: Christine) .
Se penso all'Italia mi viene da piangere! Con questo non voglio dire che la Germania debba essere un modello per i giovani italiani, ma solamente che un po' di 'mammismo' in meno non li ucciderebbe di certo.
Prendiamo l'esempio della Francia: lì, i giovani prendono il diploma di scuola media superiore a diciassette anni, possono scegliere se studiare lo spagnolo, il russo, il tedesco(mentre il repertorio italiano è molto più ristretto, anche per colpa del nostro silenzio-assenzo); inoltre, hanno a disposizione dei 'dormitori, dove alloggiare qualora vengano da lontano e numerosissime mense.
Ora mi domando: perché non abbiamo le stesse opportunità anche in Italia? Perché in Italia gli 'Ostelli della Gioventù', al contrario della maggior parte dei Paesi europei, sono così pochi? Perché nelle università italiane mancano circa 150.000 ricercatori e una miriade di laureati stanno 'a spasso'?
Allora, visto che io non sono nessuno per dare delle risposte, anzi, oserei definirmi un'allevatrice di dubbi', vorreste provare a darmele voi, Gentili Lettori?
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10/04/2004
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