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Sala dei consiglieri chiusa: per Capriotti e Gaspari “un gesto antidemocratico”

San Benedetto del Tronto | Su richiesta di Forza Italia il presidente De Vecchis ha disposto l'accesso solo ai consiglieri, dietro richiesta della chiave.

di Giovanni Desideri

La lettera del gruppo consiliare di Forza Italia è del 25 marzo. Con un tortuoso giro di parole ("adeguati provvedimenti affinché si ripristini la regolarità dell'uso della stanza con idonee misure atte a permettere l'accesso esclusivo ai consiglieri comunali, predisponendo adeguati sistemi di chiusura") i sette consiglieri "azzurri" chiedevano la chiusura della sala consiglieri presso il Comune di San Benedetto.

Detto fatto (dal presidente del Consiglio comunale Giorgio De Vecchis, il sindaco ignaro): da lunedì 29 marzo i consiglieri soltanto possono accedervi, dietro richiesta della chiave all'Ufficio Relazioni con il Pubblico. Fuori invece gli estranei: normalmente alcuni presidenti di Comitati di quartiere, esponenti politici che pure non ricoprono la carica di consigliere a San Benedetto e, ahinoi, giornalisti.

La richiesta scritta procedeva peraltro da quattro considerazioni: "che nella stanza riservata ai consiglieri comunali esiste l'armadietto con le cartelle personali dei consiglieri nelle quali vengono conservati i documenti loro riservati; che nella stessa esiste linea telefonica abilitata e riservata all'uso dei consiglieri comunali; che il luogo è troppo facilmente accessibile ed è spesso frequentato da persone estranee; che tutto ciò impedisce il corretto utilizzo del locale e delle sue attrezzature da parte di consiglieri stessi".

I consiglieri Settimio Capriotti (capogruppo di Rifondazione Comunista) e Giovanni Gaspari (capogruppo DS) ancora non inghiottono il rospo, a distanza di più di una settimana.

"La sala consiglieri non è stata chiusa a causa del telefono come dicono, sostiene Capriotti, perché se così fosse stato sarebbero stati applicati accorgimenti tecnici sul telefono stesso per limitare le chiamate. È invece il segno di una tendenza più generale: se durante l'Amministrazione Perazzoli la segretaria del sindaco era sempre piena di cittadini fosse pure per protestare, il primo atto di Martinelli fu quello di chiudere la segreteria. Per parlare con il sindaco ora c'è un'attesa di un mese e mezzo. Proseguendo su questa strada si è chiusa anche la sala consiglieri, che è come la chiusura della casa del popolo al popolo stesso".

"Il Comune è la casa di tutti, dice Gaspari. Chiudere la sala dei consiglieri è un atto di violenza pari soltanto alla chiusura della Sentina al traffico [giugno 2003, n.d.r.]:  è antidemocratico interdire l'accesso dei cittadini in alcune zone della città e nella sala consiglieri, che è l'unico luogo dove gli stessi cittadini possano incontrare i consiglieri. Chiederò che i documenti inviati normalmente a tutti i consiglieri mi vengano recapitati a casa, con un costo per l'Amministrazione. Vorrei anche notare che Forza Italia chiede e Alleanza Nazionale subisce, tramite una arbitraria disposizione del presidente del Consiglio De Vecchis. È la prova provata che si sentono padroni, non amministratori della città. Come quando il sindaco ha inviato il consigliere Ercole a Mar del Plata a spese della collettività: in base alla legge 127 del '97 sono il sindaco e la giunta a rappresentare la città. Il sindaco non può dare deleghe ad un consigliere per questo".

06/04/2004





        
  



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