Dante Albanesi, critico e collaboratore de Ilquotidiano.it risponde alle osservazioni di un lettore
San Benedetto del Tronto | In discussione la legittimità di proiettare pubblicamente cassette VHS.
di Dante Albanesi
Ci scrive il Sig. Valentino Eugeni
Gentile Direttore,
mi scuserà se utilizzo questo spazio di segnalazione notizie per rispondere ad un articolo apparso sul Quotidiano, purtroppo non riuscendo a trovarne uno più adeguato ho deciso di inviare le mie riflessioni direttamente a Lei, abbia pazienza.
Mi riferisco ad un articolo apparso ieri (01/04) relativo alla presunta legittimità culturale di associazioni tipo "cineforum" le quali osano proiettare film con supporti differenti dalla pellicola. Premetto di non appartenere né ad associazioni simili o concorrenti, né di essere un addetto ai lavori ma semplicemente un appassionato e, spero, una persona dotata di logica e buon senso.
Nell'articolo si parla, come ho già accennato, del fatto che un'associazione che proietta film "da grande schermo" senza utilizzare la pellicola ed affittando le videocassette al videonoleggio non si possano definire culturali e non facciano effettivamente "cinema".
Se la questione sorge per un discorso di cinema "purista" posso concordare che la pellicola sia il mezzo storicamente migliore ma è anche vero che nessuna associazione ha la pretesa di utilizzare il "grande schermo" ma di mostrare le immagini, la punteggiatura, la regia e di fare così cultura cinematografica la quale, credo, sia comprensibile indipendentemente dal mezzo con cui viene espressa.
E' come pretendere che Dante venga personalmente a declamare i suoi versi e non basti qualcuno a citarli per lui onde apprezzarne la grandezza. Se il discorso dell'autore era di tipo qualitativo mi permetto di dissentire dicendo che, nel 2004 come lui stesso sottolinea, ci sono mezzi tecnici migliori addirittura della pellicola e quindi la sua tesi decade.
Concludo questo mio sfogo per non tediarla troppo. Ho trovato l'articolo, o meglio l'articolista, piuttosto prevenuto nei confronti delle associazioni stesse le quali, magari, sono dirette da appassionati che si impegnano di trasmettere la passione per il cinema in quanto arte ed alle volte devono scontrarsi con realtà cittadine e locali non propriamente incoraggianti, è inoltre vero che chi fruisce di tali "squallide e dozzinali" proiezioni è ben conscio di come vedrà i film ma è più interessato a cosa viene mostrato, al perché ed a ciò che verrà spiegato e detto di contorno alla visione.
Dietro alle parole dell'autore noto un certo astio di parte (ripeto che non sono a conoscenza del panorama reale e che queste sono mie personali congetture) che non va di certo a favore della cultura cinematografica, lo invito a leggere un libro che è segno dei tempi: "Lo stupidario della maturità", nel quale un professore asserisce: "non potrete mai apprezzare dei versi se non li sentirete dalla viva voce dell'autore".
Con questo la ringrazio per il tempo dedicatomi e le porgo i miei più distinti saluti.
Valentino Eugeni
Ecco la risposta di Dante Albanesi
Gentile Valentino Eugeni,
rispondo brevemente alla sua lettera.
1. Provi a noleggiare una qualsiasi videocassetta (originale) in una qualsiasi videoteca. Noterà che prima dell'inizio del film appare una scritta abbastanza esplicita: "È severamente vietata la proiezione in pubblico, sia a pagamento che gratuita." Dunque, chiunque proietta in pubblico tali VHS commette probabilmente un'azione non del tutto corretta. Il resto è chiacchiera.
2. L'uso del VHS è ammissibile per lezioni sul linguaggio cinematografico, per opere inedite, amatoriali, non in commercio, o per le quali vi sia la liberatoria dell'autore Ma proiettare integralmente un lungometraggio passato nelle sale e in televisione, in una copia VHS forse neanche originale, forse vecchia di anni, forse filologicamente incompleta, somiglia molto ad una presa in giro.
3. Spiacente contraddirla, ma la cultura cinematografica non è indipendente dal mezzo con cui viene espressa, dal momento che nella proiezione in VHS vanno perse circa il 20% delle informazioni visive e sonore contenute nell'inquadratura. E dato che cita in causa Dante, le dirò che se il VHS fosse uguale al 35mm, allora un'edizione della "Divina Commedia" che contenesse solo 80 canti sarebbe uguale a quella che ne contiene 100.
4. Non vi sono mezzi tecnici migliori della pellicola. Il miniDV, il Betacam SP e altri standard possono avvicinarsi alla sua definizione, ma non l'hanno ancora raggiunta. E in ogni caso il VHS è lontanissimo da questi standard.
5. Il fatto che un operatore culturale sia un appassionato, non gli dà certo il potere di infrangere la legge sul diritto d'autore. E le realtà cittadine e locali non sono affatto scoraggianti, dal momento che patrocinano ufficialmente tali proiezioni.
6. È proprio sicuro che tutti gli spettatori di queste proiezioni sappiano che il film mostrato proviene da una videoteca, o peggio da una copia registrata dalla TV? Provi a fare un'indagine.
7. È vero, sono di parte. Dalla parte di quelle iniziative dove "rigore morale e passione" non sono soltanto frasi ad effetto, ma obiettivi basati sullo studio e su una quotidiana applicazione intellettuale e pratica. "Passione" vuol dire uscire dai propri recinti, cercare il nuovo, l'inatteso, e non limitarsi alla videoteca sotto casa.
8. "Non potrete mai apprezzare dei versi se non li sentirete dalla viva voce dell'autore"? Non capisco cosa c'entri questa frase (tratta da un dozzinale libretto "comico") col nostro discorso. Ma le rispondo con un aforisma di Achille Bonito Oliva (autore di testi che davvero hanno segnato i tempi): "Tutti possono dire quello che vogliono, ma non tutti sanno dire quello che vogliono." Occorre conoscere gli argomenti di cui si parla, altrimenti si entra facilmente in questo secondo gruppo.
Distinti saluti
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06/04/2004
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