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Ecco la "legge" Gasparri

| ROMA - Il disegno di legge Gasparri che riforma il sistema radiotelevisivo italiano è stato approvato in via definitiva dal Senato ed è ora legge dello Stato.

di Adamo Campanelli

A 19 mesi dal varo e al sesto passaggio parlamentare è passato con 142 voti favorevoli e 91 contrari e 1 astenuto. Il provvedimento, rinviato alle Camere dal Capo dello Stato dopo la prima approvazione definitiva per essere modificato, introduce il Sic (sistema integrato delle comunicazioni), fissa nuovi tetti antitrust e per la pubblicità, oltre a nuove norme per la nomina dei vertici della Rai e per la privatizzazione dell'Azienda del servizio pubblico.

La legge stabilisce il passaggio definitivo al sistema digitale terrestre al 31 dicembre 2006 e proroga fino ad allora le concessioni analogiche, quelle che consentono alle reti televisive, Retequattro compresa, di trasmettere i propri programmi 'in chiaro' via etere. L'articolo 25 prevede che la Rai copra, entro il primo gennaio 2005, almeno il 70 per cento della popolazione con la tecnica digitale terrestre e affida all'Autorità per le telecomunicazioni la verifica della diffusione e l'adozione di eventuali sanzioni.

Il primo limite antitrust stabilisce che «fermo restando il divieto di costituzione di posizioni dominanti nei singoli mercati che compongono il Sic, nessuno può conseguire ricavi superiori al 20 per cento dei ricavi complessivi del sistema integrato».

Il Sic è una sorta di "paniere" da 26 miliardi di euro che comprende diverse voci: il canone, la pubblicità nazionale e locale, le televendite, le sponsorizzazioni, le convenzioni con soggetti pubblici, le offerte tv a pagamento, gli abbonamenti e le vendite di quotidiani e periodici con libri e dischi in allegato, le agenzie di stampa nazionali, l'editoria elettronica e annuaristica anche per il tramite di Internet, l'utilizzazione delle opere cinematografiche.

Il secondo limite riguarda Telecom Italia: chi ha più del 40% dei ricavi nelle telecomunicazioni non potrà avere più del 10% dei ricavi nel Sic. Chi possiede più di una rete tv non potrà acquisire partecipazioni in quotidiani fino al 31 dicembre 2010.

Per quanto riguarda gli affollamenti pubblicitari, soltanto gli spot sono soggetti ai limiti orari (18% per le tv commerciali), mentre altre forme di pubblicità, incluse le telepromozioni, devono rispettare i limiti quotidiani (15% per gli spot, fino al 20% per le telepromozioni e le televendite, fino ad un'ora e venti minuti al giorno).

La Rai avrà un Cda di 9 membri, in carica per 3 anni e rieleggibili una sola volta: 7 nominati dalla Commissione parlamentare di vigilanza (4 alla maggioranza e 3 alle opposizioni) e 2, tra cui il presidente, scelti dal ministro dell'Economia. La nomina del presidente diventa efficace soltanto con il voto favorevole dei due terzi dei componenti la Commissone di vigilanza.

L'azienda di viale Mazzini dovrà operare, entro 2 mesi dall'entrata in vigore della legge, la fusione della Rai in Rai holding e potrà procedere, entro 6 mesi, alla prima offerta di pubblica vendita mentre non potrà cedere rami d'azienda prima del 31 gennaio 2005.

Ogni operatore di televisioni locali potrà avere fino a 3 concessioni o autorizzazioni in ogni bacino regionale, che possono arrivare a 6 nel caso si tratti di Regioni anche non limitrofe. Il tetto pubblicitario quotidiano per le tv locali è del 40%, comprese le televendite.

La legge Gasparri recepisce inoltre il codice di autoregolamentazione televisiva a tutela dei minori, prevedendo adeguata pubblicità per le eventuali sanzioni inflitte dall'Authority o dal Comitato di applicazione del codice, i limiti minimo e massimo delle quali sono stati elevati a 25 mila e 350 mila euro.

29/04/2004





        
  



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