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"The Passion", ecco le vostre impressioni

| Continua nelle sale italiane l'ascesa del film, intanto abbiamo chiesto ai nostri lettori un commento...........

di Adamo Campanelli

Ecco, come già preannunciato nei giorni scorsi i vostri punti di vista sul film "The Passion".

Sono state inserite sia interviste fatte personalmente che e-mail mandate alla redazione in merito al film.

Per correttezza nei confronti dei lettori e per avere un'idea il più possibile variegata di tutte le persone che hanno risposto è stato inserito nome,cognome, città, età, professione.

Direi di iniziare la rubrica con un interessante riflessione/recensione della nostra lettrice Ros64, che dà anche una visione generale del film.

Ci tengo  a specificare che è stato chiesto a tutti se siano credenti o meno e se praticanti, e questo sempre per vedere il grado di coinvolgimento del film in base alle diverse tipologie.  

E-mail di "Ros64", 39 anni, impiegata amministrativa, Alzano LOmbardo (BG)

Dopo aver visto "La Passione di Cristo" di Mel Gibson, mi chiedo, considerando tutte le polemiche che lo hanno accompagnato: come accoglieremmo oggi il Cristo? Noi siamo capaci di scandalizzarci per il comportamento dei vari Capi del Sinedrio, nonché dei centurioni Romani, di Pilato e di Erode: ma cosa faremmo oggi a Gesù?

Cosa riserveremmo ad un uomo che sicuramente ci direbbe di smetterla con le guerre che insanguinano  la terra? Che dobbiamo vendere un po' (o magari tutte) le ricchezze che abbiamo accumulato per aiutare i poveri? Che i soldi che spendiamo in armi li dovremmo spendere in cibo e risorse per coloro che hanno fame? Che i nostri templi cono blasfemi e mercantizzati? E via così.

Oggi Gesù avrebbe milioni di cose da dirci, vedrebbe centinaia di situazioni che non vanno. E noi probabilmente penseremmo che è pazzo e lo manderemmo a morire in qualche clinica per malati di mente, posto che ne siano rimaste.

Più probabilmente morirebbe di freddo, come un clochard in qualche stazione di metropolitana del mondo, in dicembre.

Come possiamo scagliare la prima pietra contro coloro che lo crocifissero allora, quando ogni giorno ciascuno di noi pianta un chiodo?

Questa è la risposta da dare a tutti quelli che credono sia un film antisemita.

Ho adorato questo film che credo possa risvegliare la coscienza di molti.

Alcuni hanno avuto da affermare che è senza pietà io credo invece che di pietà ne contenga moltissima: tutta quella che è riuscito a suscitare nei milioni di persone che l'hanno visto.

Belle le scenografie, i giochi di luce-ombra ed i costumi che ricordano i quadri del Caravaggio, toccanti i dialoghi in lingua originale (dopo un pò sembra parlino italiano), sono frasi strettamente attinenti ai testi evangelici e comunicano direttamente col nostro cuore.

Due ore e 6 minuti di film e volano.

C'è il dolore, l'odio, la pietà è l'amore, non manca nulla.

La scenografia del film è stata scritta con riferimento diretto ai Vangeli, agli Atti degli Apostoli ed alle memorie di Suor Catherina Emmerich, una mistica nata verso la fine del XVIII secolo in Germania. Essa ricevette le stimmate in gioventù e durante tutta la sua vita ebbe delle visioni legate alla Passione di Cristo. Un famoso giornalista tedesco la visitò alcuni anni prima della morte e ne scrisse le memorie: ben sedicimila pagine. Non si tratta di una pazza visionaria anzi. La Emmerich sarà beatificata il prossimo anno. Il motivo per cui non è molto famosa è dato dal fatto che gli
Ebrei la ritengono antisemita: ella non è stata molto tenera nel descrivere
il comportamento dei loro capi di allora nei confronti di Gesù

Alcuni riprese sono fatte inquadrando la scena direttamente dal punto di vista di Gesù, vediamo quello che vede Lui, come lo vede Lui. E' geniale.

Il film si apre con un inquadratura  dell'orto degli ulivi. Una luna macabra accompagna il primo anticipo di sofferenza: Gesù ha paura, viene tentato dal diavolo e ha paura, suda sangue e prega.

Nel frattempo Giuda tratta il compenso, forse crede che il suo tradimento possa essere ininfluente: Gesù è il figlio di Dio in qualche modo si salverà. Giuda, in preda ai rimorsi, si toglie la vita quando capisce di aver commesso un azione irreversibile.

Piano piano si svelano i fatti: l'arresto, le prime botte, il primo processo sommario davanti al Sinedrio, poi Pilato, Erode e ancora Pilato e il suo tentativo fallito di tramutare tutto in un doloroso castigo. Arriva la flagellazione portatrice di una sofferenza indicibile, poi la Via Dolorosa con una mastodontica Croce e infine  la morte di Gesù e la distruzione del tempio: il tutto accompagnato da uno scenario suggestivo e sublime, da un Cristo che sembra vero, un opera d'arte.

Una Madonna dolorosa accompagna tutto il Calvario del figlio con ispirata (da Dio) rassegnazione: ricorda momenti felici dell'infanzia di Gesù, ne asciuga dal pavimento il sangue della flagellazione con un panno di lino, intreccia in ogni momento con Lui sguardi d'amore, ne bacia i piedi inchiodati alla Croce.

Satana segue tutto da lontano, il suo sguardo è il nostro sguardo, il suo peccato è il nostro peccato, la sua disfatta (pittorescamente rappresentata) è la nostra redenzione.

Durante tutto il film sono inseriti brevi flash-bak, che ricordano i momenti salienti della predicazione di Gesù con particolare attenzione all'entrata trionfale in Gerusalemme (avvenuta solo pochi giorni prima), alla lavanda dei piedi ed all'ultima cena, elementi necessari a rendere palese il significato dell'estremo sacrificio.

Qua e là qualche piccola personalizzazione da parte del regista: Gibson (si vede solo il braccio) che  pianta i chiodi nelle mani di Gesù, la lacrima di Dio che scende sulla terra subito dopo la scena della morte, alcuni sommi sacerdoti del Sinedrio che si ribellano a Caifa e Anna e vengono buttati fuori dall'assemblea che sta condannando Gesù (abile inserimento per assolvere  gli Ebrei dall'accusa di Deicidio). Un centurione romano compassionevole per sottolineare come anche fra i soldati non tutti abbiano colpa.

Fanno la loro parte anche le lingue parlate nel film. Il risuonare del latino di strada, spesso comprensibile anche agli incolti come me, rende un tocco d'atmosfera in più e l'aramaico è una lingua dolce e bella da sentire.
 
E' orgoglio nostro riconoscere in alcune inquadrature gli splendidi scenari della Città di Matera e trovare nel cast personaggi di casa nostra, Monica Bellucci (Maria Maddalena), Claudia Gerini (Claudia Procula, moglie di Pilato), Mattia Sbragia (Caifa), una superba Rosalinda Celentano nel ruolo di Satana e altri bravi attori.

Italiani sono anche scenografi e costumisti.

Gli effetti speciali, tra i quali si dice un robot che abbia sostituito Jim Caviezel nelle scene più pericolose, sono  invece stati  realizzati dai maghi di Hollywood.

A sottolineare la totale mancanza di antisemitismo del film c'è anche la scelta di far interpretare la Madonna ad un attrice ebrea: Maia Morgesten, che tra l'altro è bravissima. Certo è un film difficile da capire se non si ha la fede.

Chi non ha la fede è portato a pensare che sia stato inutile tradurre sullo schermo tanta cruda sofferenza.

Ebbene sappiate che, anche se non credete in Gesù, vi sono prove che in passato delle persone sono morte sopportando tante indicibili sofferenze, ne è testimonianza l'uomo della Sindone: anche se non credete che Egli sia Gesù, è comunque esistito e le ferite che Gibson ha rappresentato sul suo Gesù sono state fedelmente copiate dai segni riscontrati sul Sacro Lenzuolo.

La Crocefissione fu abolita solo nel 315 DC dall'imperatore Costantino.

In tempi più recenti abbiamo avuto i bruciati vivi sul rogo, i ghigliottinati, gli asfissiati e bruciati dentro ai forni crematori (6000000 di persone e questa è storia recente), i torturati, i saltati sulle mine (quanti bambini!), gli esplosi con i kamikaze (questa invece è storia recentissima), tutta l'epopea dell'uomo, dalla Genesi al giorno d'oggi è costellata di dolore e di sofferenza.

E non abbiamo ancora imparato.

Impareremo mai?

Per questo Vi consiglio la visione di questo film, perché comunque la prendiate fa riflettere, fa discutere, fa pregare e forse è proprio questo il fine che Gibson si prefiggeva. O no?

15/04/2004





        
  



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