Pignotti: "Ecco la soluzione per salvare il calcio dilettantistico".
Grottammare | Il presidente del Grottammare ha ideato un progetto che presenterà in Figc che prevede il blocco della promozioni e delle retrocessioni per tre anni. "Non possiamo andare avanti così, è ora di fare qualcosa".
di Stefano Di Benedetto
Un progetto per 'guarire' il calcio dilettantistico. Ce l' ha in testa il presidente del Grottammare Amedeo Pignotti che sta organizzando, sul tema, un convegno che dovrebbe svolgersi a Grottammare a fine mese, al quale saranno invitati, oltre alle società, anche diversi esponenti di spicco del calcio italiano.
"Dopo il convegno - spiega Pignotti - presenterò il progetto al segretario generale della FIGC, praticamente il numero uno del calcio in Italia. Nel caso in cui non dovesse essere preso in considerazione mi rivolgerò al Parlamento; se anche questo tentativo dovesse cadere nel vuoto, allora lascerò il mondo del calcio perché vorrebbe dire che chi sta nella stanza dei bottoni fa finta di nulla su ciò che sta accadendo".
In cosa consiste il 'piano Pignotti'?
"Il progetto prevede il blocco per tre anni delle promozioni e delle retrocessioni di tutte le società dilettantistiche, lasciando solo le promozioni dalla serie D alla C2. Durante questi tre anni le società, pur non facendo classifica, potranno accumulare punteggi o crediti, che dir si voglia, che potrebbero servire per fare una sorta di graduatoria dalla quale ripartire dopo il blocco".
Che cosa l' ha spinta ad ideare una soluzione così drastica?
"Nei professionisti, anche se tardivamente, è stata scoperchiata la pentola ed è venuto fuori tutto. Nei dilettanti il coperchio non è stato ancora tolto, ma vi assicuro che i problemi sono gli stessi. Chi, come me, vive ed ama questo mondo ha il dovere di farsi un' esame di coscienza e, di conseguenza, di trovare delle soluzioni per migliorare e rimettere in piedi il calcio prima che sia troppo tardi".
Quali sarebbero le conseguenze del blocco delle promozioni e delle retrocessioni?
"Innanzitutto, rappresenterebbe una forte moralizzazione di tutto il settore dilettantistico: proprio perché si è dilettanti, e non professionisti, non sono giustificate le cifre da capogiro che quasi tutte le società sborsano per assicurarsi le prestazioni dei giocatori. Questo, poi, favorirebbe anche la crescita dei vivai: non essendoci il rischio di retrocedere né l'assillo di salire di categoria, sarebbe naturale il fatto di puntare sui propri giovani anziché cercare giocatori a destra ed a sinistra. Così come sarebbe fisiologico per quest'ultimi doversi adattare agli stipendi che circolano. Ed infine, il progetto consentirebbe di epurare il calcio dilettantistico da tutti quei manipolatori e 'traffichini' che traggono grossi profitti a danno delle società".
Vuol fare un appello per sensibilizzare anche i suoi colleghi?
"Questo progetto lo sta portando avanti uno che ama vincere e non partecipare: però, sono convinto che è meglio rinunciare nel breve periodo a vincere un campionato e ristrutturare il calcio, piuttosto che continuare a prendersi in giro".
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12/04/2004
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