Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

L'Elisa edulcorata ed i messaggi occulti da svelare

| Cenerentola anni 2000, Pretty Woman rivisitata.

di Laura Ripani

Sconcerta e provoca la riflessione, anche su queste web pagine, il record d'ascolti dell'Elisa nazionale. E, di fonte all'editoriale uscito nei giorni scorsi su "Il Quotidiano" dal titolo "Elisa di Rivombrosa e la donna d'oggi" è assolutamente necessario ristabilire la verità. L'8 marzo è appena passato.
 Innanzitutto è bene e utile partire dallo scempio perpetrato dalla trasposizione tv dell'opera letteraria. Che fu tra le più diffuse del 18° secolo. Quella "Pàmela", dello scrittore inglese Samuel Richardson (1689 -1761) con sottotitolo "la virtù ricompensata". Se la precisazione etica dell'aggiunta sortisce l'effetto di renderla addirittura simpatica, val la pena però comprenderne a fondo lo spirito. E svelare l'operazione di riduzione e mistificazione realizzata dalla fiction.

L'autore, infatti, voleva con essa denunciare una moda, si direbbe clamorosamente attuale anche ai nostri giorni, delle cosiddette social climber. Letteralmente: arrampicatrici sociali. Un aspetto, questo, essenziale e manco a dirlo ben più affascinante e intellettualmente interessante. Che è stato abilmente glissato dalla trasposizione tv. Privilegiando quello più banale, il romanticismo smielato, si è commesso inoltre anche un clamoroso un falso storico: tale corrente era ancora, infatti, era ben lungi dall'essere in embrione in Europa.

 La sensazione, insomma, è che si è persa su tutti i profili un'occasione ghiotta per realizzare un'opera che pure aveva i prodromi per essere alta, di diffusione del pensiero e della cultura, offrendo all'Auditel su un piatto d'argento un pasticcino sentimentale per casalinghe di Voghera. Con tutto il rispetto le casalinghe e per Voghera. Svuotato d'ogni senso, quello che doveva e voleva essere il contenuto è stato stritolato della legge della tv che tutto semplifica ed appiattisce.

 Ma c'è di più. Questa abile mossa ha ingannato anche la nostra volenterosa editorialista. Che ha cominciato bene ma  ha poi concluso nel modo che il messaggio occulto presente nella fiction esattamente voleva far passare: "in fondo non siamo cambiate affatto, siamo ancora quelle di una volta che piangevano davanti un film e che, fragili e dolci, si rifugiavano tra le forti braccia dell'anima gemella" si legge. E il dramma è che sia proprio una donna a riconoscersi ed a rimandare tale assunto. 

 San Benedetto, città di mare, ha sempre vissuto di matriarcato. Ed è un diritto che va rivendicato. Erano le donne, uomini in mare, a gestire il patrimonio di famiglia, tirare su i figli. Nella Bibbia (Genesi) si legge che Dio dice "facciamogli una compagna perché (l'uomo) non sia solo". Gli studi affermano che in caso di separazione o vedovanza, è l'uomo ad aborrire la solitudine e si rifà una vita. Perché in fondo odia stirare i pantaloni.

Per la cronaca si ricordi invece che i recenti risultati di un'indagine pubblicati su "Il Messaggero" sostengono che le nuove laureate, ancora in numero inferiore rispetto ai colleghi, ma siano più motivate. Prova ne è che oramai tutte ottengono ottimi punteggi, superiori ai 105/110.

Insomma, l'impressione è che finquando si sentiranno e si scriveranno ancora certi luoghi comuni, non ci s'ispirerà a figure tremendamente affascinanti ed indipendenti come Santa Teresa D'Avila (prima donna dottore della Chiesa) letterate illustri come Virginia Wolfe, regina dei salotti londinesi, ed oggi, scelgo dalla mia professione, Oriana Fallaci, è certo che la tv con i suoi tranelli riuscirà ad offrire soltanto una via d'uscita: l'Elisa edulcorata, servetta furba, capace di essere soltanto sposando un ricco gentiluomo. E la coscienza della dignità, siamo casalinghe o manager, andrà a farsi benedire.

09/03/2004





        
  



4+4=

Altri articoli di...

ilq

Una serata di emozioni e scoperte

ASPIC Psicologia di San Benedetto del Tronto presenta il Centro Psiconutrizionale

Betto Liberati