"Ciò che traspare dal lavoro di questi due artisti è sicuramente un senso di solitudine esistenziale permanente, un sentimento puro, un'urgenza espressiva che si riversa violentemente sul quadro.

Cristian FRISONI si esprime attraverso la pittura, in cui toni cupi si accendono di bianchi straordinari, luci diffuse che strappano le figure dall'oblio del fondo, che bianco o nero è comunque dimenticanza. Una luce che libera dalla prigionia di un vuoto avvolgente e distruttore. Una pittura gestuale generatrice di pensieri e sensazioni sulla tela. Una pittura immediata che, pur mantenendo una raffinatezza formale, non sempre si piega alla tecnica, permettendo l'intervento delle mani sul colore ancora fresco. I soggetti sono soli e distanti, vivono nella quiete di un riflettore che per un momento li illumina, ma allo stesso tempo esprimono attraverso posizioni e distorsioni la piena coscienza della loro condizione.

Questa pittura intima e riflessiva crea un contrasto forte con il lavoro di Maurizio DI FEO che rappresenta, come lui stesso afferma, "autoritratti sociali". Il mondo esterno, con tutta la carica di brutalità che gli appartiene, diventa qui il principio ispiratore per un lavoro di forte denuncia sociale. Ironico ed intelligente questo giovane artista attinge dalle pagine patinate dei rotocalchi i materiali, sia fisici che concettuali, con i quali compone le sue opere. Una pittura acrilica a volte ricca, altre estremamente essenziale che reinterpreta le piattaforme fatte di ritagli nel tentativo di tessere una "metafora epocale del mal di vivere".