A scuola con Letizia.
| Impariamo a scuola la storia moderna, e dimentichiamo quella antica! Che bello...
di emme
Stando a quel che scrivono frettolosamente i giornali, fra una canzone da Sanremo e le ultimissime del Grande Fratello, la Storia Antica compie il primo passo per sparire dai programmi scolastici; al contempo, mille anni di M.E. verranno riassunti in prima media, in attesa di essere, com'è opportuno, cancellati. Poi, una spolveratina di Storia moderna e contemporanea e andate con Dio, cari ragazzi!
Ha un bel dire Marcello Veneziani: mentre continuiamo a celebrare Heidegger, gran ruminante di Platone, ancorché politicamente ambiguo, non revocheremo la damnatio memoriae di quel Giovanni Gentile, che, per quanto fascista, divise con Benedetto Croce la gloria della filosofia italiana del '900 ed anche il culto, tenuto per necessarissimo, della memoria storica di un popolo e tentò una gran riforma scolastica. Acqua passata, non se ne parli più.
Non si affatichino più le fragili menti dei nostri virgulti con date, fatti, personaggi e si dia il bando a quanti, correggendo l'elementare presunta linearità della Storia, dimostrano che certi eventi, lontani nel tempo, sono vicinissimi quanto agli effetti e che è giocoforza conoscerli per capire il presente.
Siamo moderni, che diamine!, europei ed occidentali, consumisti e rigurgitanti senso comune, che ce ne facciamo di glorie antiche? - Convinti e praticanti del culto della tèchne e dell'anthiphisis, adusi, suprema saggezza!, al sofisma buono per tutte le stagioni, a che pro sapere che certe cose le inventarono gli antichi greci, o che i nostri presunti progenitori debellavano gli altrettanto presunti nemici ed elargivano ai pochi superstiti leggi ed uguaglianza ( presunta più che mai) di diritti?.
A chi può importare che a Roma si siano succeduti sette Re ( quanta fatica, ricordarsene il nome.!), che il Campidoglio fu incendiato dai Galli, che Scipione umiliò il grande Annibale e Caio Mario riformò l'esercito e vinse Cimbri e Teutoni?! - A nessuno può importare che Cesare, sconfitto a Gergovia, vinse ad Alesia e divenne padrone del mondo, o che Costantino, alleato ai Cristiani, gettò le fondamenta a Ponte Milvio di un Impero durato più di mille anni e di un'Europa che " non può non dirsi cristiana".
Sul che è oggi grande la discussione per fare una bella Costituzione Europea, così come grande è la distanza fra un'Italia che vuole il simbolo cristiano, oltreché al collo di eleganti femmine, nelle pubbliche aule e la Francia che vieta, in analogo contesto, ogni esibizione di simboli religiosi. E' chiaro a tutti che, se non ci fossero le remore dei fatti della Storia, non si starebbe tanto a discutere. Ergo, quei fatti è meglio non conoscerli.
I tenerissimi "giovin signori", eredi delle " magnifiche sorti e progressive" che abbiamo costruito, avranno gran vantaggio dalla " Riforma" che avanza con il volto benevolo ed il sorriso incerto della Ministra Moratti Letizia. Una volta abolita la Storia Antica, ci resterà pur sempre, a noi Italiani, la Storia contemporanea, ma sarà facile sorvolare sulle giornate di Novara, Custoza, Lissa, Adua, Caporetto e l'8 di settembre ed altri ammennicoli che solo a nominarli fanno sbuffare gli uomini di buon senso e retto pensiero.
Ma la Storia, si sa, è il fondamento di tutto e ci vorrà tempo e pazienza per correggere, ripulire, ridimensionare tante cose. Poniamo che un giovane si imbatta casualmente nella canzone " All'Italia" di Giacomo Leopardi: il poverino non sa nulla delle guerre persiane, di Simonide, delle Termopili e spiegarglielo è troppo complicato.
Allora, via la canzone ( Leopardi ne ha scritte tante - si fa per dire- che non c'è danno ). A priori vanno espunti anche certi poemi che stimolano le ricerche storiche, archeologiche, filologiche etc. come l'Iliade, l'Odissea, l'Eneide che furono i libri di testo, anzi le Enciclopedie, dei riottosi scolari dell'antichità. Non salveremo i Sepolcri di Foscolo, men che mai certe Odi di Carducci e poi quei tomi del Machiavelli sulla Prima Deca di Livio, ed anche a Guicciardini dovremo dare una ripulitina, per non parlare di quel fiorentino, come si chiama?, Alighieri.
Una volta su questa strada, potremmo, con grande soddisfazione di alcuni, spianare il Colosseo ed il Foro Romano e fare tanti bei condomini e Centri commerciali su quei terreni che andranno a prezzo di diamante.
Oppure venderli agli Americani.
Il lavoro da fare è tanto e tante sono le opposizioni di inguaribili passatisti ( sarà per questo che la signora Ministra Letizia ha tanta tristezza nel sorriso.), ma, quando si sa quel che si vuole e lo si vuole con fermezza, ogni impresa riesce.
E poi, non è che nei programmi della nuova scuola, si formerà un gran vuoto: le ore risparmiate con l'abolizione dello studio della Storia, serviranno a dare ai giovani, finalmente!, pratiche ed utilissime nozioni, come il cucito ( sì, il cucito, quello con l'ago ed il filo, avete capito bene!) e la mitica " educazione sessuale", nella cui prima lezione si spiegherà come abbia fatto l'Umanità a cavarsela fino ad oggi, senza aver studiato come si fanno i figli.
E, come che sia, a fronte di tanta inventiva, come appare misera e sorpassata quella Riforma Gentile che introduceva il lavoro manuale nelle scuole medie, affiancando davanti a un tornio il rampollo borghese e il figlio dell'operaio!. Non mi fraintendete: quella riforma è vecchia ed inattuale. La Storia insegna anche questo , che uomini e fatti degli uomini appartengono, di regola, al loro tempo e non possono mai risuscitare. Quindi nessun rimpianto, ma solo amore di verità. E si sa che <verum ipsum factum>, che la verità conoscibile è solo quella delle cose e degli eventi fatti dall'Uomo..
Ognuno vede, peraltro, che l'opera dei novatori non è esclusivamente nostra, anche se l'Italia (< come sempre>, dicono quei vecchi che han studiato un po' di Storia) è all'avanguardia. Un fervore di modernizzazione percorre l'Europa e la Francia ci segue ad una incollatura abolendo la mitica merenda dell'intervallo scolastico e progettando di sostituirla con mezz'ora di ginnastica a digiuno, in piena crisi ipoglicemica.
L'entusiastica adesione al progetto di Riforma, mi ha fatto certamente mutuare dalle antiche colonne di antichissimi templi e palazzi ( delle quali non si parlerà più) l'enfasi che corregge i difetti del percepire guardando. Felicemente ignorante di antiche Storie, posso comunque ricorrere al naturale buon senso per prevedere ed ammonire. Bisogna prevenire le obiezioni di quanti diranno che un Popolo senza
Storia non è un Popolo, che sulla Storia si fonda la identità nazionale e, più ancora, il senso di appartenenza che tiene insieme quel Popolo.
I sofismi di quelli che sosterranno che per capire le tante questioni in piedi in Italia ed in Europa, come nel resto del mondo, bisogna porre alla Storia le opportune domande. Come se la Storia desse soluzioni e sciogliesse nodi gordiani, anziché, come ogni maestro fa, ricordare, dare spiegazioni e basta.
La retorica di quanti sosterranno che siamo quello che siamo perché discendiamo dai Greci, dai Romani ed abbiamo sofferto, combattuto, costruito lentamente ed a prezzo di terribili errori, attraverso i secoli, per salvaguardare quella eredità di un lontano passato, vivente Proteo che ci accompagna e in parte ci condiziona.
La falsa razionalità di quelli che insegneranno che la Storia percepita è anche mito e che, se è vero che nessun individuo e nessun popolo può vivere senza miti fondanti, il rimedio diabolico è bell'e pronto sugli schermi cinematografici e televisivi che forniranno miti virtuali quanti ne vogliamo, a cominciare dalle favolette di quel tale Tolkien che oggi va per la maggiore.
E poi le speciose disquisizioni, già cominciate, sulla libertà di insegnamento e sulla autonomia scolastica, che sarebbero rinnegate dalla riforma.
Prepariamoci, dunque, a controbattere, a contraddire e, da ultimo ad imporre questa provvida modernizzazione della scuola, contro i passatisti ad oltranza, barbogi, conservatori ed anche un po' reazionari che fanno violenza alle fragili menti dei giovani e li conducono per mano nei meandri del passato e dicono loro : " E' per questo, che siete quel che siete.".
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05/03/2004
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