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Marco Poeta al Kursaal: viaggio in Portogallo attraverso il fado

Grottammare | Seguitissimo concerto del “mitico” musicista, accompagnato da Francesco Di Giacomo.

di Giovanni Desideri

"Fado", dal portoghese fadu, latino fatum, destino, fato. Marco Poeta, recanatese, è uno dei tre musicisti fuori dal Portogallo che abbia affrontato con successo il cimento della guitarra portuguesa, strumento "difficile", costruito dai Portoghesi esclusivamente in Portogallo per l'esecuzione del fado, e per il quale non esistono "metodi". L'unico in Europa, gli altri essendo un giapponese e un brasiliano ("in Portogallo ce n'è uno ogni cinquanta metri", dice lui).

Accompagnato da Francesco Di Giacomo (il cantante del "Banco del Mutuo Soccorso"), dalla splendida voce di Elisa Ridolfi, da Paolo Galassi alla chitarra e da Matteo Moretti al basso acustico (trio di corde prettamente acustiche, come vuole la più stretta ed autentica tradizione fadista), Marco Poeta ha ricevuto i convinti e meritati applausi di un pubblico numerosissimo non meno che attento, per il suo bellissimo concerto di sabato 13 marzo al Kursaal di Grottammare ("O Fado – l'Anima… e la sua Musica", primo dei due appuntamenti della 5ª rassegna musicale "Harbì – Musica d'inverno, Musica d'autore", direttore artistico Pepimorgia).

Un'ora e mezza di musica, tra "fado corrido", "fado mouraria" e "fado menor" (le tre più grandi espressioni popolari portoghesi), con i virtuosismi di Poeta e dei due cantanti. Canzoni tutte in portoghese tranne una, le prime una specie di grammelot per gli ignari della lingua, dunque uno strumento per apprezzare tanto meglio physique du rôle e le magnifiche voci di Elisa Ridolfi e dello stesso Di Giacomo. Più una versione "fadizzata" di "Piazza grande" di Lucio Dalla e due bis.

Poeta ha anche annunciato, per giovedì 18 e venerdì 19 marzo, due serate speciali presso l'"Accademia do Fado" di Fano (prima e unica scuola di fado al di fuori dei confini portoghesi), con la partecipazione dei più grandi fadisti portoghesi con cuoco al seguito, per rendere come si deve l'atmosfera delle "case di fado": "in Portogallo l'unico posto dove si ascolta il fado. Piccole osterie, trattorie, nelle quali i fadisti si esibiscono in acustico, senza amplificazione, eseguendo due o tre pezzi ogni tanto nel corso della serata e della cena", dice Poeta.

"Il fado è latino, ha detto Poeta al termine del concerto, di fatto una canzone napoletana animata di "saudade", di passionalità". Concetto ribadito da Di Giacomo: "il fado è simile alla canzone napoletana di fine '800 o al blues. Alcuni dicono che abbia avuto origine tra il Mississipi e il Brasile. Una musica in 2/4, con una strofa che si ripete due volte (ma è fondamentale, per una buona interpretazione, rendere diversamente le due strofe). È anche una musica intrisa al tempo stesso di religiosità e di sensualità. Nelle due grandi scuole di fado di Coimbra e di Lisbona differisce la forma della guitarra stessa".

"Una musica popolare, oggi elitaria e snob, conclude Di Giacomo, che sta riscoprendo una nuova fortuna, paragonabile a quella della pizzica o taranta del leccese, grazie a musicisti come Dulce Pontes, che ha inciso un disco con Morricone, e a quattro o cinque altri musicisti. In precedenza i giovani snobbavano il fado, genere popolare che paradossalmente interessa i musicisti colti. Il fadista Antonio Chainho ha inciso dischi con orchestre come la "London Symphony" e la "New York Philarmonic"".

14/03/2004





        
  



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