L'attacco di Bossi alla Chiesa
| ROMA - Dopo l'affermazione: "basta dare l'8 per 1000", "si spenge su Umberto l'ultimo briciolo di credibilità" dichiarano i papaboys.
di I papaboys
"Bisognerebbe togliere l'8 per mille alla Chiesa, rimetterli a piedi nudi e dar loro la possibilità di fare i francescani. Finalmente si salverà la religione". Con queste parole il leader della Lega Nord, Umberto Bossi si è espresso poche ore fa, sollevando un polverone, classico in questi periodi di pre elezioni, e probabilmente giustificato da un senso logico di tradizione, di serietà e di valori che, nonostante sembri trionfare l'interesse personale, soprattutto in politica, ogni tanto ritorna da parte dell'ambiente. Certo che quando Bossi andrà elemosinando voti, cercandoli anche dai cattolici, ci sarà modo di riflettere e ricordare le ingiurie lanciate contro i vertici della Chiesa Cattolica. Il Papa non si tocca, sia chiaro! Questo è il punto di partenza, ed anche la Chiesa, nella sua complessità caro Bossi ha ancora oggi, quell'essenza francescana che non è mai mancata, nonostante i numerosi attacchi del mondo secolare, e qualche macchia che insanguina in maniera forte va riconosciuto il cuore di Gesù.
Questo non autorizza un leader politico, che è andato al Governo anche con i voti dei padani cattolici a comportarsi in questo modo con interventi fuori logica e dimensione. Il ministro per le Riforme ha poi precisato che c'è "una parte della curia che sta con la sinistra, sicuramente per 'resistere, resistere, resistere" anche loro come qualcun altro. Per loro i resistenti sono tali nel segno del dio denaro". Sono gravi queste affermazioni, che andrebbero documentate e sulle quali non si può stendere un velo di pietà e compassione per un uomo che si definisce cristiano, talvolta cattolico, a modo suo. "I risultati che abbiamo non mi sembrano quelli auspicati almeno dai cristiani tradizionalisti. Io sono tra questi. Non mi riconosco nella chiesa ricca, nella chiesa dei 'sciur'. Nella curia che sta a sinistra non mi riconosco". Queste altre parole dell'intervento di Bossi. E dire cristiano tradizionalista, è dire tutto.
Il ministro Bossi dovrebbe riflettere, almeno una volta, su che cosa sia "tradizionalismo" quando si parla di cristianesimo. Intanto va sottolineato l'assurdo attacco di alcuni leghisti al Santo Padre che ha parlato nei giorni scorsi in dialetto romanesco: ma come si può essere così piccoli? Come se non bastasse, adesso arrivano queste altre dichiarazioni di Umberto Bossi. Una parentesi da aprire. In una intervista a Bossi di Gianluca Savoini, il leader della Lega esternava le sue considerazioni sull'incontro interreligioso di Assisi con i leader delle religioni appena realizzato: «Secondo me tutto nasce dalla paura del mito di Lucifero, che viene avvertito dalle chiese come il rischio maggiore per la spiritualità.
Affinché la paura di Lucifero non conduca al nichilismo, alla frantumazione dell'individuo, occorre che tra spiritualità e globalizzazione si inserisca una politica radicata nelle comunità, nelle diversità delle identità, nella famiglia». Crediamo proprio che in queste ore, il nemico della Chiesa, e di Dio, nascosto in qualche bicchierino di troppo, abbia colpito alle spalle il buon Umberto. E' grave in tutti i casi ciò che è stato detto, noi di Papaboys rispettiamo ancora una volta il silenzio che giunge in merito, dagli ambienti del Vaticano e ci appoggiamo a questa linea senza rispondere in maniera forte e decisa. Ma pensare e riflettere, è nostro dovere, specialmente quando, da cattolici allineati con la Chiesa ed i valori, non solo spirituali, ma anche in tema politico, che essa esprime, saremo all'interno di un urna ed andremo a premiare con il nostro voto, e sono tanti i voti dei cattolici, quei politici che rispettano la nostra professione di fede ed il nostro credo. Bossi oggi ha perso definitivamente credibilità.
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01/03/2004
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