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Giornalisti in trincea, dal caso Gaucci alla difesa dell'autonomia

San Benedetto del Tronto | Le proteste nel corso dell'assemblea dei giornalisti piceni indetta dall'Ordine regionale

di Giovanni Desideri

L'Ordine dei Giornalisti delle Marche conta oggi 287 giornalisti professionisti e 1136 pubblicisti iscritti. Nella provincia di Ascoli i professionisti sono 56 (19,5% del totale regionale) e 298 i pubblicisti (26,2%). Gli incrementi non stati affatto trascurabili nell'ultimo triennio (nelle Marche e nella provincia le percentuali sono superiori al 20% per i professionisti e intorno al 10% per i pubblicisti).

Ma nonostante il conforto dei numeri, mala tempora currunt: anche per i giornalisti. Al momento di fare un bilancio o di riflettere sulla propria professione, sembra che vengano alla mente per lo più criticità e ben pochi tratti positivi. Così è stato nel corso dell'assemblea dei giornalisti residenti nella provincia di Ascoli Piceno che si è tenuta presso la sala consiliare del Comune di San Benedetto domenica 8 febbraio.

L'argomento del momento è l'attacco al diritto di cronaca da parte del patron della Samb Gaucci, che prima ha interdetto la sala stampa ai giornalisti, poi li ha costretti a pagare il biglietto di ingresso per assistere alla partita (e lavorare). "Ma non avendo rinnovato la convenzione con l'Amministrazione comunale di San Benedetto il signor Gaucci è al momento un abusivo al "Riviera delle Palme"", ha detto nel corso del dibattito Pasquale Bergamaschi.

Scontata l'unanimità nell'approvazione di un ordine del giorno con il quale è stato chiesto al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche di intervenire in merito (con "ogni iniziativa consentita per affermare con forza il pieno diritto dei giornalisti di vedersi riconoscere tutte le condizioni necessarie per svolgere in piena libertà il loro lavoro").

Ma prima che dal dibattito, il problema-Gaucci era già emerso negli interventi di saluto del sindaco Martinelli e del suo vice Piunti. Il primo, senza neppure nominare Gaucci, ha definito il suo operato "antidemocratico e incivile, arrogante e prepotente".

Piunti ha invece parlato di "situazione non più sanabile con la Sambenedettese calcio", perché quest'ultima avrebbe mostrato "un'assoluta mancanza di volontà di arrivare ad una soluzione", non accettando lo schema di convenzione approvato dal Consiglio Comunale di San Benedetto.

"Solo il senso di responsabilità dell'Amministrazione, ha concluso Piunti, ha fatto sì che potessero disputarsi la partita casalinga contro il Teramo e quelle successive, visto che l'assicurazione dello stadio era scaduta e la Sambenedettese è tutt'ora inadempiente. Noi abbiamo pagato il premio assicurativo per un anno".

Lo stesso argomento è stato al centro di altri interventi, per esempio quelli di Pino e Nazzareno Perotti, che hanno inoltre accusato l'Ordine di non tutelare affatto i piccoli giornali. Carlo Di Giovanni ha invece segnalato il proprio caso personale, che però la dice lunga su quella "crescita del territorio" di cui parlano spesso i politici: l'emittente televisiva per la quale lavorava fino a pochi mesi fa lo avrebbe allontanato per ragioni campanilistiche.

Al termine dell'assemblea sono intervenute anche le colleghe Giuditta Castelli e Laura Ripani affrontando altri due argomenti che erano emersi durante la relazione del presidente. L'una h evidenziato la necessità di creare un osservatorio provinciale sull'etica dell'informazione. L'altra ha colto la novità, presentata dallo stesso Rossetti, sul riconoscimento dei freelance come professionisti di fatto. Un argomento che sarà di strettissima attualità nei prossimi mesi.

08/02/2004





        
  



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