Stato laico o confessionale?
| L'esempio della Francia in tema di convivenza interetnica e interreligiosa.
di Tonino Armata
E' bene seguire con grande attenzione quanto è accaduto in Francia in tema di convivenza interetnica e interreligiosa. Con i suoi cinque milioni d'islamici, quel paese vive in anticipo ciò che vivremo presto noi italiani. E ha deciso (sotto un presidente di centrodestra, sia detto non per inciso) che la laicità dello Stato non solo non contrasta con la libertà religiosa, ma ne è, anzi, la sola plausibile garanzia.
Dunque niente velo nelle scuole pubbliche, e niente Kippà ebraica, e nessun crocefisso ostentato. Ma sì alla sospensione delle lezioni in occasione dell'Aid-El-Kebir musulmano e del Kippur ebraico, feste religiose equiparate a quelle cristiane, scelta davvero rivoluzionaria che spezza il secolare monopolio della ritualità cristiana, e dà l'abbrivio sostanziale ad una vera società multietnica.
Si noti bene: il progetto francese è proprio l'accentuato e ritrovato orgoglio laico dello Stato, imparziale di fronte alle credenze religiose dei cittadini, ma inflessibile contro l'esibizionismo integralista e le manifestazioni d'intolleranza, a consentire allo Stato stesso di aprire le porte alle religioni d'importazione. Non sappiamo come andrà a finire. Ma l'impostazione di principio mi pare ineccepibile, e da imitare.
"Si filava d'amore e d'accordo perché l'obiettivo comune era molto chiaro: ridefinire in chiave modernizzata e rinnovata la laicità dello Stato". Chi parla così è un intellettuale cattolico, René Rémond (vedi Corriere della Sera), uno dei membri più autorevoli della Commissione francese, il quale, ha varato un piano per la tolleranza religiosa.
Dunque: un intellettuale cattolico che lavora per la laicità, la neutralità e l'autorevolezza dello Stato. Qualcuno potrà accusarmi di essere francofilo
Ebbene si. Forse perché di Rémond, da noi, non se ne vedono. Forse perché la parola Stato, di qua e di là delle Alpi, suona come diversa, pronunciata con orgoglio in Francia, come una parola gravida di modernità, e con un certo sospetto in Italia, dove allo Stato si chiede prevalentemente di non impicciarsi troppo.
A tal proposito invito a leggere due libri: Stuart Mill ("Sulla libertà") e John Locke (" Lettera sulla tolleranza") dove si sostiene sia il rispetto della coscienza religiosa dei singoli sia una concezione delle chiese come "associazioni volontarie", cioè nettamente separate dallo Stato.
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05/02/2004
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