I capigruppo di maggioranza: "il "Comitato Q" è un'associazione politicizzata"
San Benedetto del Tronto | Respinte le accuse sulla vendita delle scuole: i quartieri Paese Alto e Ponterotto non sono stati trascurati. La vendita della scuola Borgo Trevisani non comporterà la vendita di parte della piazza.
di Giovanni Desideri
I capigruppo di maggioranza del Comune di San Benedetto attaccano il "Comitato Q a difesa delle scuole Castello e Borgo Trevisani", costituitosi il 12 febbraio per iniziativa di cittadini e rappresentanti dei Comitati di quartiere del Paese Alto e Ponterotto (tra i quali i rispettivi presidenti, Logiacco e Pezzuoli).
Nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta martedì 24 febbraio in Comune, Felicetti per il Pri, Galiè per AN, Marinangeli per Forza Italia e Tassotti per l'Udc hanno negato che i quartieri in questione siano stati trascurati dall'Amministrazione e accusato il Comitato di essere fortemente politicizzato.
I capigruppo sostengono che la realizzazione della nuova scuola di via Conquiste-via Bernini (che accorperà dal settembre 2004 le due scuole in fase di dismissione) e la promessa da parte dell'Amministrazione di realizzare nel 2005 un centro di aggregazione per i due quartieri presso il parco di via Saffi siano la prova dell'attenzione ad essi riservata.
"Questa Amministrazione ha sempre mostrato grande sensibilità alle esigenze dei quartieri, ha detto Marinangeli, e comunque non sarà la raccolta di 400 firme da parte del nuovo Comitato a far cambiare le nostre decisioni. Noi potremmo raccogliere ancora più firme, ma la democrazia non è questa. Più che le firme dovrebbero darci le vere motivazioni della loro protesta".
Il nuovo comitato viene inoltre accusato da tutti i capigruppo di essere fortemente politicizzato, per la presenza al suo interno di esponenti dei DS e della Margherita.
Galiè: "le richieste dei Comitati sono legittime, ma la tempistica e l'entità della protesta fanno sorgere dei dubbi. Il nuovo Comitato dimentica che già l'Amministrazione Perazzoli aveva inserito le scuole nel bilancio del 2000 come beni dismissibili. Inoltre, nonostante la vendita sia stata deliberata da quasi un anno, la protesta esplode solo oggi, in prossimità delle elezioni provinciali".
"Solo la scuola Borgo Trevisani, prosegue Galiè, viene valutata 658 mila euro: se per ogni quartiere spendessimo la stessa cifra, le finanze del Comune ne verrebbero dissestate. Noi abbiamo fatto ricorso ad una permuta e non ad un'asta pubblica, per poter contare su risorse certe per la costruzione della nuova scuola Curzi. Il nuovo Comitato sembra ignorare che alcuni altri quartieri, come Fosso dei Galli, Sentina o Marina di Sotto, non hanno neppure una piazza. Per finire, sarebbe stato auspicabile che un Comitato di nuova costituzione si fosse rivolto al sindaco piuttosto che scatenare una protesta come suo primo atto. Il nuovo Comitato ha mancato di delicatezza".
Tassotti ha auspicato che i cittadini vengano informati meglio sulle iniziative dell'Amministrazione. "Per questo, ha detto, noi dell'Udc abbiamo chiesto al sindaco di inviare una lettera a tutte le famiglie dei due quartieri per informarle sulle iniziative presenti e quelle future. Noi crediamo che un centro di aggregazione debba disporre anche di spazi esterni oltre che di quattro mura. Se però il problema è ritenuto impellente, siamo disponibili all'installazione di prefabbricati, in via provvisoria".
Felicetti, infine, è scettico sul fatto che i cittadini del Paese Alto siano davvero così indignati per la vendita della scuola Castello e nega che i quartieri siano stati abbandonati negli ultimi decenni ("fu il sindaco Speca ad espropriare l'area per la realizzazione del parco di via Saffi"). Felicetti rassicura infine sulle sorti di piazza della Libertà (dinanzi alla scuola Borgo Trevisani): "con una variante da approvare in Consiglio comunale resterà zona pubblica e non verrà venduta insieme alla scuola".
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24/02/2004
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