Assemblea nazionale di Attac: alla ricerca di un nuovo paradigma del settore pubblico
Grottammare | Mattinata di sabato 14: intervento degli iscritti, compreso il presidente onorario Riccardo Petrella.
di Giovanni Desideri
"Dobbiamo far vedere il rapporto tra finanza e democrazia, la pervasività della finanza. Il punto più importante della riforma delle pensioni in discussione è il trasferimento del Tfr nei fondi pensione: a disposizione della finanza. Le società di trasporto pubbliche diventano Spa, ma se il paradigma della privatizzazione è in crisi, non altrettanto avviene per la cultura d'impresa, ritenuta la più efficace ed efficiente. Ciò che dobbiamo elaborare è invece un nuovo paradigma del settore pubblico".
È l'intervento di Marco Bersani di Attac Milano (e membro del consiglio nazionale) che sintetizza la discussione dell'assemblea nazionale di Attac nella mattinata di sabato 14 febbraio (Grottammare, sala Kursaal), cui hanno partecipato gli iscritti e lo stesso presidente onorario, il prof. Riccardo Petrella (cattedra di "Globalizzazione" all'Università di Lovanio da dodici anni).
Il prof. Petrella ha parlato di Europa, dei "tre assi di preoccupazione su cui è stata costruita cinquanta anni fa: "federazione sopranazionale o Europa degli Stati-nazione", e si è affermata l'Europa degli Stati-nazione. Secondo: "nuova economia sociale e welfare o mercato" ed ha vinto la logica del mercato, tale che oggi non c'è un welfare europeo, né si parla più di "servizio pubblico", ma solo di "servizi di interesse generale". Infine c'era la questione dell'"Europa atlantica" contrapposta all'"Europa indipendente". Ed ha prevalso quella atlantica, nonostante certe logiche di potenza da parte di Francia, Germania o Inghilterra".
"Le uniche due vere dimensioni unificatrici, ha concluso Petrella, sono state il mercato e l'euro, che paradossalmente sono oggi fattori di disgregazione, perché favoriscono la competizione interna. Per questo, e perché l'euro è in balia dei mercati finanziari, non può esserci politica comune. Tutto questo mentre i cittadini europei vengono tenuti o si mantengono essi stessi nell'ignoranza rispetto alle problematiche europee: il 52% di essi, dati dell'ultimo Eurobarometro, non ha mai sentito parlare della "Convenzione europea". Dobbiamo tornare a difendere la "res pubblica", ovvero i beni pubblici e disarmare la finanza. Altrimenti non può esserci democrazia".
Prima di Petrella era intervenuto il sindaco di Grottammare Luigi Merli, che aveva parlato del metodo partecipativo attuato a Grottammare e lamentato certe privatizzazioni selvagge ("negli ultimi quindici anni lo Stato Italiano è passato dal produrre panettoni attraverso i marchi Motta e Alemagna, alla privatizzazione dell'acqua, in virtù della legge Galli varata dal Governo Dini e poi ratificata dall'art. 35 della Finanziaria 2002, primo firmatario il DS Bassanini").
L'ampia "relazione introduttiva" è stata poi affidata a Cinzia Arruzza di Attac Roma, che ha toccato molti temi, dalla crisi economica , alla "crisi verticale del sistema industriale italiano", dalla "nuova classe di lavoratori poveri, anche quelli che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato", alla guerra e alle "società, come quella americana, in cui i diritti delle persone vengono sempre più erosi con la scusa della minaccia del terrorismo". Infine il tema delle lotte sociali, che "si stanno moltiplicando in Italia: da quelle degli autoferrotramvieri di Milano, a quella dei lavoratori di Genova e di Terni, a quella degli abitanti di Scanzano in Basilicata che non vogliono le scorie nucleari, alle lotte per il diritto alla casa a Roma, con occupazioni". Conclusione: "cambiamenti in questo Paese sono possibili se tutte queste lotte convergono sugli stessi obiettivi".
Poi i molti interventi degli iscritti. Tra gli altri, Corrado Conti di Attac Lecco ha parlato di Tobin Tax e di paradisi fiscali ("che spesso si trovano in Europa: a Monaco, nel Liechtenstein, nel Lussemburgo, in Svizzera"), mentre Luca Tornatore di Attac Trieste ha invitato i presenti a "chiederci ciò che vogliamo, quale Stato Sociale, più che chiedere all'economia cosa è possibile avere".
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14/02/2004
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