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“Democrazia municipale e partecipazione”: anteprima dell'assemblea nazionale di Attac

Grottammare | Un centinaio di partecipanti al primo dibattito pubblico. Da sabato 14 il via alla vera e propria assemblea nazionale

di Giovanni Desideri

Un centinaio di persone, molti striscioni e slogan, molto materiale divulgativo: la sala Kursaal di Grottammare si presentava così questo pomeriggio (venerdì 13 febbraio) per l'"anteprima" della terza assemblea nazionale di Attac, che inizierà ufficialmente sabato mattina. Oggi si è svolto il primo dei due dibatti pubblici, sul tema "Democrazia municipale e partecipazione", al quale sono intervenuti (dopo una breve introduzione di Paolo Prieri del consiglio nazionale di Attac e di Lucia Mielli, sempre di Attac) il vicepresidente della "Rete del Nuovo Municipio" (ex sindaco e presidente del Consiglio comunale di Grottammare) Massimo Rossi, il direttore del settimanale "Carta" Pierluigi Sullo, Lucrezia Fanelli di Attac Argentina (e di origini marchigiane), Marco Bersani (consiglio nazionale di Attac) e Massimiliano Smeriglio (presidente del Municipio Roma XI). Il dibattito è stato moderato da Fiorella Bomè di Attac Italia.

Prieri ha auspicato la crescita di Attac, la Mielli la nascita di un locale comitato dell'associazione ("speriamo che questo incontro rappresenti uno stimolo per questo territorio così "disgregato", quanto ad iniziative sui temi che affrontiamo"), per poi ricordare il processo che si aprirà a Genova il 2 marzo contro 26 manifestanti anti-G8 2001 ("un tentativo di processare l'intero movimento").

Quest'ultimo tema è stato ripreso nell'intervento conclusivo da Smeriglio, che ha visto una contraddizione nel fatto che il Comune di Genova si sia costituito parte civile in quel processo, pur facendo parte della "Rete del Nuovo Municipio" (associazione di cui fanno parte Enti Locali, professori universitari, movimenti, contro la guerra e le distorsioni della globalizzazione). Smeriglio ha poi messo in guardia contro la "democrazia dei pochi", dovuta sia alla sempre minore partecipazione delle persone alla vita politica, sia a precise scelte, "come quelle teorizzate dai neoconservatori americani".

Il tema della democrazia, nel caso dell'Argentina e in generale, è stato affrontato anche da Lucrezia Fanelli. "In Argentina, ha detto la Fanelli, è tornata la democrazia da circa vent'anni, ma oggi essa viene considerata dai cittadini appena come il male minore. Contro questa disaffezione, alimentata nel mondo intero da radio e tv, ovvero da un modello mediatico di vita, stiamo portando avanti esperimenti di democrazia diretta, con assemblee su questioni di importanza quotidiana".

In precedenza era stato Massimo Rossi a portare un altro esempio concreto, naturalmente quello di Grottammare, città diventata un esempio a livello nazionale ed internazionale sia per il modello del "bilancio partecipato" (come aveva già ricordato Fiorella Bomè, sollevando anche la questione della continuità della partecipazione, nel passaggio da un'Amministrazione di un colore politico ad un'altra), sia per la politica degli ultimi anni, attenta più alla qualità della vita dei cittadini ("abbiamo quadruplicato la spesa sociale") che alla realizzazione di progetti faraonici (Rossi ha ricordato i progetti, "sventati", di un mega-porto turistico con più di mille posti barca e quello per la costruzione di un "divertimentificio" con acquascivoli al Paese Alto).

"Sin dal nostro primo insediamento nel '94, ha concluso Rossi, abbiamo fatto assemblee in tutti i quartieri: prima per raccogliere le richieste dei cittadini, poi per rendere conto del seguito che avevamo dato a quelle segnalazioni. Oggi, invece, è addirittura un articolo di legge, l'89 del Testo Unico sugli Enti Locali, che impone l'"aziendalizzazione" degli Enti Pubblici, principalmente attraverso la riduzione del personale".

Sullo si è poi soffermato sull'importanza della "Rete del Nuovo Municipio" come ripresa dei movimenti "dal basso, dopo il fallimento della politica "novecentesca"". Marco Bersani, infine, ha riproposto il problema: "la partecipazione attualmente non è un problema con una soluzione precostituita. È invece un'intuizione, che dobbiamo realizzare concretamente, dopo vent'anni di "sbornia neoliberista". Dobbiamo capire a cosa debbano partecipare i cittadini. Essi devono partecipare alla gestione dello spazio pubblico, passando per esempio dall'urbanistica concertata tra proprietari e amministratori ad un'urbanistica partecipata".

13/02/2004





        
  



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