La quinta giornata di Passeggiando a "Spinetoli social movie".
Spinetoli | In scena il cinema africano. Ancora una visione del nuovo cinema inglese, quello asustraliano per tornare al grande Visconti.
di Antonella Roncarolo
Mercoledi 11, quinta giornata di "Spineli social movie": partenza col botto.
L'Africa non è solo il continente delle grandi contraddizioni ma anche la terra dei colori, delle emozioni forti e delle sensazioni impalpabili, quasi un mix assurdo di fame di cose e di fame vera. Parecchi alunni delle scuole elementari e medie accompagnati dalle insegnanti, e una proiezione vivace nonostante "La vie sur terre" sia un film in lingua wolof, sottotitolato in italiano.
Racconta l'avvento del terzo millennio con Aderrahmane Sissako, il regista, impegnato in un giro in bicletta lungo le strade del suo villaggio sulle note di una emittente locale con un solo dj...ottantenne.
Poi "Ossessione" e qui il dramma si fa serio. Visconti prende lo spunto da Cain. Allestisce il set nella campagna ferrarese e da lì, la coppia diabolica Massimo Girotti-Clara Calamai, partono per un viaggio nell'assassinio che li porterà davvero alla perdizione. Qui nasce il neorealismo e il nobile Luchino si accenderà di rosso fuoco.
Sempre gente alle proiezioni serali, quelle del concorso. Sempre gente e molto attenta, sveglia nonostante il secondo film sfondi il muro dell'una del mattino che, per chi il giorno dopo va a lavorare, è un tempo sproporzionato.
"Tutto o niente" è l'ultimo lavoro di Mike Leigh, l'altro regista inglese che combatte contro tutti e tutto. E' un film cupo, suburbano, con un linguaggio che rasenta il "meta", massima espressione dell'incomunicabilità. Tocca tasti duri: la disoccupazione, il malessere giovanile, la frustrazione degli adulti, la povertà della middle class inglese di oggi, una colletta penosa di un padre taxista impegnato nel cambio di una gomma senza avere una sterlina in tasca. Ore che trascorrono lentissime nei pub e ore che trascorrono lentissime al supermercato o in quel taxi in cui di gente strana e snob se ne incontra veramente molta. L'assurdo è che tutto si ricompatta attraverso un dramma familiare e un cuore impazzito rende più merito alla causa della ripresa dei rapporti che non una vincita al Bingo.
"Terza generazione" è un film dolce, tenero, tutto giocato su un rapporto mai esistito fra un padre e una figlia ormai teen-ager nell'Australia contemporanea. Il contesto familiare è quello di una situazione di italo-australiani, emigrati di "terza generazione" che, nonostante vivano in un paradiso delle libertà risentono ancora delle tradizioni e delle piccole frustrazioni che ne derivano. L'occasione è veramente buona per godere di una splendida interpretazione della "crepuscolare" Greta Scacchi, come ha avuto modo di dire Mario Sesti nella sua recensione.
Prima riunione della giuria, primi accenni velati a potenziali trionfatori, primi nomi che circolano. Secondo noi il pubblico si è fatto già un'idea, la giuria no anche se gli occhi di Felice Andreasi vanno sempre a finire su una precisa locandina di un film all'ingresso della Sala Beniamino Gigli e su un poster sotto il quale, di solito si siede.
Staremo a vedere se sono solo sensazioni o...qualcosa di più.
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12/02/2004
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