Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

Una riflessione sul bilancio dell'assessore Agostini.

| ANCONA - “C'e' il bilancio, non c'e' il federalismo”.

Il Consiglio regionale ha approvato il Bilancio.

Sono state spese tante parole, alcune davvero strumentali.

Ma rimangono alcuni dati certi: i tempi sono stati rispettati, il documento ha assunto una trasparenza che prima non aveva, la pressione fiscale è stata diminuita, così come ci eravamo impegnati a fare.

Quanto alle cifre, si tratta di un bilancio che movimenta 3.792 milioni di euro, di cui 2.374 vincolate alla spesa sanitaria (di queste 366 sono reiscrizioni dell'anno precedente) e, rispetto al 2003, le risorse regionali sono aumentate per garantire interventi nei più diversi settori e assicurare che al sistema non venisse a mancare quel sostegno in grado di accompagnare questi timidi spiragli di ripresa.

Il fatto è che avremmo dovuto costruire questo bilancio in un contesto totalmente diverso, anche se era un anno di passaggio, questo 2004 doveva essere caratterizzato da alcune certezze: a fronte di nuove competenze ci doveva essere un quadro di determinazione delle entrate regionali.

Insomma, le basi del federalismo fiscale.

Parola che è ormai una chimera; di più, visto che anche gli stessi trasferimenti di risorse dallo Stato arrivano in ritardo, alla spicciolata, senza certezza, fino all'ultimo, sulla loro entità.

Intorno a questo progetto doveva lavorare una Commissione ad hoc, ma non ha terminato i suoi lavori.

Invece, la cosa che sta andando avanti è il contributo delle Regioni al risanamento della finanza pubblica, mediante il rispetto del Patto di stabilità.

Le Regioni ritengono che soltanto la definizione di un nuovo impianto di federalismo fiscale e di un nuovo sistema di trasferimenti possa garantire l'applicazione degli articoli 117 e 119 della Costituzione.

Ciò è tanto più urgente, visto che la riforma fiscale degli anni scorsi, pur interessando i tributi regionali, non ha aumentato la quota di risorse regionali effettivamente autonoma.

Infatti, se prendiamo il bilancio di previsione 2003 della Regione Marche non possiamo non constatare che le entrate di cui la stessa può liberamente disporre ammontano soltanto a 466 milioni di euro; dal totale di 2361 milioni di euro iscritti in bilancio occorre infatti togliere 1895 milioni di euro che, pur essendo in teoria liberamente destinabili, in realtà sono da considerare alla stessa stregua dei precedenti trasferimenti statali.

Infatti, essi, derivando dalla compartecipazione regionale ai gettiti Iva, Irap ed Irpef, nonché dalle risorse provenienti dal Fondo perequativo nazionale in base all'art. 8 del D. Lgs n. 56/2000, sono obbligatoriamente destinati al finanziamento della spesa sanitaria.

Questo è il contesto in cui abbiamo operato, cercando di continuare a garantire le fasce più deboli, penso ai servizi sociali, così come abbiamo assicurato il sostegno alle attività produttive, rimasto sostanzialmente inalterato.

Una convinzione mi consola: non credo proprio che ci sia qualcuno che possa contestare questa impostazione.

O meglio, se c'è qualcuno dell'opposizione che lo vuole fare, per un comprensibile gioco delle parti, si domandi come riesce a conciliare le sue esternazioni con le posizioni espresse dai vertici delle Regioni del Polo, che hanno concordemente espresso un giudizio negativo sulla politica centralista del Governo Berlusconi, che tarpa le ali a qualunque tentativo di autonomia delle Regioni.

12/02/2004





        
  



4+2=

Altri articoli di...

ilq

Una serata di emozioni e scoperte

ASPIC Psicologia di San Benedetto del Tronto presenta il Centro Psiconutrizionale

Betto Liberati