I Carabinieri, nell'ambito di un'operazione antiusura hanno arrestato, nel teramano, nove persone. L'indagine è stata coordinata dal Pm David Mancini e risulta relativa all'operazione chiamata "Aristotele", condotta l'anno scorso nel mese di agosto. Giovanni Cirillo, il Gip di Teramo, ha emanato gli ordini di custodia cautelare e sono stati arrestati A. C., di 57 anni, la moglie E. C., di 52 anni, il figlio I. C., di 30 anni, di Castelnuovo Vomano, la convivente B. R., di 33 anni, la sorella F. C., di 33 anni, C. P. di Teramo, B. Z. , di 53 anni di Teramo, R. B., di 48 anni di Bellante e G. G., di 43 anni di Bellante, che è stato l'unico a poter beneficiare degli arresti domiciliari.

Grazie ai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Teramo sono stati sequestrati, secondo la legge 356 del 1992 contro l'usura, oltre 5 milioni di euro che erano le disponibilità finanziarie di tutta la famiglia C., poi sei fabbricati (due ville, due palazzine, due appartamenti e oltre 40.000 metri quadrati di terreni), 19 autovetture di grossa cilindrata e conti correnti per 600.000 euro.  Tutto è cominciato nell'agosto scorso quando I. C. fu fermato e arrestato dagli agenti della compagnia di Teramo nel momento in cui incassava un assegno di oltre 7.000 euro e gli furono sequestrati 60.000 euro di provenienza illecita. Il giorno successivo anche il padre A. venne arrestato mentre riceveva il compromesso di vendita di un terreno di Pineto che aveva ricevuto in pegno per un prestito non restituito.

La famiglia C., facente parte dei rom della zona, inoltre aveva portato avanti delle attività finanziarie, che sembravano reali ed oneste, organizzate, grazie ad alcuni prestanome e fedelissimi dell'organizzazione, a Civitanova Marche, Alba Adriatica e Martinsicuro. Proprio grazie a questi movimenti nel corso del 2003 erano stati concessi prestiti per 400.000 euro che si sono trasformati, grazie a un tasso praticato del 30% mensile, in ben 1.205.000 euro.