I posti a sedere erano tutti occupati, sono servite altre sedie, altre ed altre ancora. Alla fine c'è chi ha pensato bene di godersi lo spettacolo anche dalle gradinate laterali.
Ed ha fatto bene visto che ha assistito ad uno spettacolo che non ci si aspettava.

I ragazzi del gruppo giovani della Parrocchia hanno lanciato ai presenti vari messaggi.

Il primo era insito nella stessa trama dello spettacolo: hanno parlato dei loro problemi, di che vuol dire avere quindici anni, di cosa si prova, quali sono le sfide – piccole e grandi – che si vivono a quella età.

L'altro era legato alla loro bravura. Hanno dimostrato cantando, suonando, realizzando scenografie, recitando, che saranno pure  confusionari e ribelli, ma che con la buona volontà e con il gioco di squadra si può molto. Magari non si può tutto, ma di certo si può molto.

Sono stati applauditi e qualcuno si è anche un po' commosso nel vedere quella ragazzina cantare così bene, quel giovanotto recitare con tanta scioltezza. E le piccole gaffe, che non mancano mai negli spettacoli, sono passate in secondo piano.

Al termine dello spettacolo – "Ma quanto mi ami?" era il titolo – gli attori in erba hanno salutato offrendo al pubblico un immagine della quale probabilmente nemmeno si sono resi conto. Hanno fatto salire sul palco i bambini presenti in sala, li hanno presi per mano, li hanno fatti stare con loro, ballare e cantare con loro. Ad un osservatore attento il messaggio – seppur involontario – non è sfuggito: i ragazzi di oggi che saranno il futuro di domani erano pronti a prendere per mano i bambini di oggi, ragazzi di domani.

Un bel modo per concludere e dare appuntamento all'anno prossimo.

Tra la soddisfazione generale è da segnalare un piccolo neo. Un solo rappresentante dell'amministrazione comunale era presente in sala, il consigliere Nazzareno Lucidi peraltro residente del posto. Nessun altro, tantomeno quell'assessore alle politiche giovanili che mai come in occasione di uno spettacolo messo in scena dai giovani avrebbe dovuto essere presente.

Una lezione su tutte: i giovani sono un patrimonio inestimabile che va valorizzato sempre.

Tanto più quando si mettono in gioco, accettano le sfide, e si svestono di quell'abito di "giovani scansafatiche" che troppo spesso gli viene cucito addosso.