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Il maestro Flaksman ‘fa vedere' le prime tre suite per violoncello di Bach.

Ascoli Piceno | Inaugurazione dell'‘Ascoli Piceno Festival' con una esecuzione di grande trasparenza ed analiticità.

di Giovanni Desideri

L'apertura della settima edizione dell''Ascoli Piceno Festival' è stata salutata da un pubblico numerosissimo nella cattedrale di S. Emidio, dove ieri sera, venerdì 12 settembre, si è svolto il primo concerto della rassegna.

In programma le prime tre suite per violoncello solo di Bach (BWV 1007 in sol maggiore; BWV 1008 in re minore; BWV 1009 in do maggiore) eseguite dal maestro Michael Flaksman, direttore artistico del festival e violoncellista di fama mondiale.

Il concerto è stato preceduto dai saluti del presidente del festival Gaetano Rinaldi, di Mariagioia Sforza (segreteria del festival), del presidente della Provincia di Ascoli Piceno Pietro Colonnella, dell'assessore alla cultura del Comune Andrea Antonini, nonché del suo omologo al Comune di Loreto, Maria Teresa Schiavoni. Al concerto ha assistito anche una delegazione di Chattanooga (Tennessee, Usa), città con la quale il festival ha stabilito un gemellaggio.

L'assessore Schiavoni ha anche presentato il concerto – compreso nel cartellone del festival ascolano – che sarà offerto appunto dal Comune di Loreto presso la Basilica Santa Casa giovedì 9 ottobre alle ore 21 (con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica), concerto che sarà tenuto dai solisti della 'Nuova Orchestra Ferruccio Busoni'.

Tornando al concerto di ieri sera, anche l'interno splendido della cattedrale di S. Emidio ha contribuito alla bellezza dell'esecuzione, a causa del riverbero del suono, tipico di una chiesa. Il maestro Flaksman ha precisato: "ho fatto alcune prove nel pomeriggio e per evitare la sovrapposizione delle note in determinati passaggi ho dovuto prendere alcune precauzioni, come quella di accentuare certe pause. Ma ciò non toglie che l'interpretazione, nel suo insieme, derivi dalla mia attuale riflessione su queste composizioni".

Sin dalle prime note è stato chiaro a tutti che si trattava di qualcosa di originale e di diverso rispetto all'immancabile incisione di riferimento di ogni spettatore: un'esecuzione davvero riflessiva come preannunciato da Flaksman, ma anche analitica, quasi pedagogica, come se ogni passaggio venisse spiegato all'ascoltatore. Nondimeno un'esecuzione molto suggestiva, dal fraseggio ampio e intenso, in cui passava in secondo piano il gesto dell'esecutore (pure elegante e pulitissimo) a favore della musica, della sua libera interpretazione.

Un canto: questo concerto, d'altra parte, voleva anche essere un omaggio alle vittime degli attentati dell'undici settembre di due anni fa alle torri gemelle di New York e certamente è stato un omaggio asciutto, non retorico, 'giusto' come i tempi che Flaksman ha scelto, pur dilatandoli.

Se fosse prevista una replica del concerto di ieri sera dovremmo dire: 'da non perdere'.

13/09/2003





        
  



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