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Civitella del Tronto reclama i suoi cannoni

| CIVITELLA DEL TRONTO - Nel 1861 furono prelevati come bottino di guerra e portati a Torino

Sono trascorsi 142 anni  perchè si possa parlare ancora di bottino di guerra, tra l' altro in un contesto che, almeno sulla carta, è
oggi diventato un'unica nazione. Così ora Civitella del Tronto 
chiede che sugli spalti della sua famosa fortezza tornino per sempre quei cannoni, autentici capolavori di fusione  del '600, che furono portati a Torino come bottino di guerra subito dopo la sua conquista, nel 1861, da parte delle truppe piemontesi.

Una questione delicata, arrivata con firme e petizioni alla attenzione di numerose forze politiche e fin sul tavolo del Presidente della Repubblica.
I cannoni oggetto della disputa sono tre: una colubrina del
1610, una colubrina del 1692 e un mortaio del 1741. Per i tempi
in cui furono realizzati erano delle armi all'avanguardia per tipo di fusione e precisione, tant'è vero che, nonostante la vetusta età, furono usati durante l' assedio piemontese del 1861. La colubrina del 1610, poi, è passata alla storia perchè fu trascinata dall' allora museo fino in batteria dai soldati assediati per essere utilizzata.
E funzionò alla perfezione, come attestano le cronache.

Al termine dell' assedio i piemontesi, entrati nella fortezza, smontarono vari pezzi 'interessantì e li portarono a Torino dove finirono nei magazzini del museo di artiglieria, tra l' altro attualmente chiuso al pubblico.
Ma i cannoni della fortezza sono sempre rimasti nella storia e nel cuore degli abitanti di Civitella, ultimo avamposto ad ammainare la bandiera delle Due Sicilie. Soprattutto la colubrina del 1610, diventata un pò il simbolo della fortezza dai cui spalti aveva difeso per 250 anni i confini dell'antico Regno. A quella colubrina, per tradizione tramandata dai bisnonni, i civitellesi sono particolarmente legati e la chiamano ancora 'la scornatà: un nome derivato dal fatto che una delle due maniglie, a forma di corna di ariete, fu spezzata da una cannonata nemica.

Così l'anno scorso, dopo una serie di complesse richieste burocratiche, il comune di Civitella del Tronto ha ottenuto a
proprie spese (circa 7.500 euro) che la colubrina del 1610
tornasse ad essere esposta nel moderno e attrezzato museo
storico della fortezza. Una concessione difficile, ottenuta per
un solo anno. Per disposizioni 'superiorì, dunque, il cannone
dovrà tornare negli scantinati di Torino già da settembre.

Una decisione ritenuta ingiusta dai cittadini di Civitella che
vorrebbero continuare ad ammirarlo e ad averne la custodia pur
facendolo restare in carico al museo torinese che, con la
esposizione di un cartello che ne chiarisce la proprietà,
otterrebbe anche una buona pubblicità visto l' ingente numero
di visitatori della fortezza.

Il Sindaco di Civitella vorrebbe andare a Torino per far capire è che "i cannoni sarebbero così esposti in un museo più indicato, anche
perchè richiamano la storia di Civitella, e potrebbero costituire così anche motivo di orgoglio per il museo torinese".

05/08/2003





        
  



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