Gestione degli alberi, istruzioni per luso.
Fermo | Si è svolto presso il Palazzo dei Priori il convegno sul rapporto tra verde pubblico e ambiente urbano.
di Giovanni Desideri
La manutenzione del verde pubblico, ma anche la cura delle piante dalla culla, pardon: dal seme alla sistemazione definitiva in ambito cittadino sono stati i temi del convegno organizzato per l'intera giornata di oggi, venerdì 27 giugno, dall'Assessorato all'Ambiente del Comune di Fermo, presso la 'Sala dei Ritratti' nel 'Palazzo dei Priori'. L'incontro si rivolgeva agli amministratori e ai cittadini ed ha visto la partecipazione di autorità ed esperti, locali e non. Titolo completo: 'La gestione degli alberi in ambiente urbano'. Assente uno dei relatori, il dott. Alberto Vanzo, tecnico del Comune di Torino, la cui relazione è stata comunque sintetizzata da un altro tecnico piemontese, Luigi Delloste.
Gli interventi. Se il verde pubblico può non suggerire grandi riflessioni ai più, va detto invece che nel corso degli interventi il tema si è sfaccettato in maniera 'frattale', sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Infatti, dopo i saluti del sindaco di Fermo Saturnino di Ruscio e dell'Assessore all'Ambiente Michele Rastelli (entrambi agronomi, peraltro), si sono ascoltate relazioni (introdotte dalla dott.ssa Patrizia Nicolini) su altrettanti aspetti del rapporto tra il verde pubblico e l'arredo urbano: dai problemi riguardanti la stabilità degli alberi (Luigi Delloste, tecnico della gestione del verde urbano presso la Divisione Verde e Ambiente del Comune di Torino), a quelli legislativi (dott. Benedetto Ricci, Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato, sezione di Ascoli Piceno), alla questione degli standard qualitativi degli alberi (dott.ssa Gloria Cella, libero professionista forestale), per finire, nel pomeriggio, con una testimonianza del caso della città di Genova (dott. Giorgio Costa, dell'Unità Operativa Parchi e Giardini del comune capoluogo ligure) e con una presentazione delle ultime acquisizioni scientifiche in materia di 'apparati radicali' (espressione che indica il complesso delle radici di un albero). Quest'ultimo intervento da parte del prof. Alberto Minelli dell'Università di Ancona (titolare della cattedra di 'Parchi e giardini'). Un dibattito al termine di tutti gli interventi ha chiuso i lavori.
I dati. Circa il 10% del territorio italiano è costituito da parchi naturali. Nelle Marche sono previste dal Piano Paesistico Ambientale Regionale (PPAR) 31 aree protette, per un totale di 130 mila ettari (il 14% della superficie regionale). La nostra regione, d'altra parte, è stata una delle prime ad elaborare un tale piano negli anni '70, e all'interno della regione, come ha ricordato il dott. Ricci, è stato il Comune di San Benedetto a recepire fra i primi e con molta precisione la normativa sulla compatibilità tra zone cittadine e determinati tipi di essenze. D'altra parte, come riflesso pratico della manutenzione del verde pubblico, si deve sapere che la caduta di un albero ad opera di raffiche di vento è un fenomeno non ancora completamente prevedibile dagli esperti, nonostante i progressi che si sono fatti in Italia, come ha ricordato Delloste, grazie al contributo di Klaus Matteck, il maggiore esperto al mondo di valutazione della stabilità degli alberi. Capita allora che in seguito ad una tempesta cadano alberi 'insospettabili' di scarsa stabilità. Compito degli addetti ai lavori sarà quello di non danneggiare le radici degli alberi, secondo una casistica, questa sì, che i tecnici conoscono sempre meglio.
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27/06/2003
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