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Alla luce del contenzioso pendente il condono ICI deve ritenersi opportuno

| Tre serie considerazioni per essere visto in modo favorevole da tutti.

di Rocco Sannicandro

Come dare torto a chi dimostra ostilità nei confronti del proposito dell'Amministrazione Comunale di adottare misure di condono in materia di tributi locali, con l'ICI in primo piano?
Come dare, altresì, torto a quegli Enti locali che avvalendosi della disposizione dell'art.13 della Legge Finanziaria 2003, alle misure di sanatorie invece vogliano pervenire?
Il fatto è che i condoni, di qualunque genere, sia tributari che edilizi o giudiziari, sono comunque e sempre discutibili sotto molti profili e lo sono da chiunque vengano adottati, siano essi governi di centro, centrodestra o centrosinistra.

Ed in tale contesto ogni intervento critico non può essere svolto in modo avulso da una serie di considerazioni.
Prima – Di provvedimenti di favore in materia fiscale, la legislazione italiana del dopoguerra è piena. Sotto varie forme, soltanto tra il 1982 ed il 2000, ne sono succeduti almeno cinque, con una media, quindi, di un provvedimento di sanatoria ogni quattro anni, in un periodo di tempo che ha visto alternarsi alla guida del paese varie formazioni di governo.
Seconda – L'articolo 13 della Legge Finanziaria 2003 che delega agli Enti locali la capacità giuridica di adottare misure di definizione agevolative per i tributi da essi amministrati, è una norma abnorme, che in ogni caso crea discriminazione tra i cittadini, sia se gli viene data attuazione sia che non gli venga data.

Nell'uno e nell'altro caso, infatti, il cittadino di un comune potrà venire a trovarsi in situazione più sfavorevole nei confronti di un cittadino abitante addirittura in un comune limitrofo.
Addirittura, per assurdo, con la norma in esame si creerebbero situazioni difformi nei confronti di uno stesso soggetto: si pensi ad una persona che possiede due immobili, uno in San Benedetto del Tronto, la cui amministrazione è propensa ad adottare il provvedimento di condono ed uno a Martinsicuro, la cui amministrazione non propende per tale misura agevolativa.
Terza – Da questo paradosso deriva la convinzione che la norma è assurda e che qualunque comportamento degli enti locali si presta a contestazioni e critiche poco asseverative ed incontrovertibili sia nell'uno che nell'altro caso.
Senza entrare ulteriormente nel merito, va detto che se fatte in un contesto di riordino della finanza pubblica, le misure di sanatorie non sono sempre carenti sotto l'aspetto etico come qualche intervento di questi giorni può far credere.

Sta di fatto che l'ICI, il maggiore dei tributi interessati al provvedimento di sanatoria, è un'imposta in vigore dal 1993 ed in un decennio di vita non è mai stato oggetto di condoni pur avendo dato vita nel suo percorso a molti dubbi interpretativi, soprattutto in materia di aree edificabili  e di fabbricati privi di rendita.
E proprio per questo, l'ufficio tributi di questa città è invaso di contenzioso ICI e le sentenze emesse delle Commissioni di merito in buona parte dei casi hanno portato all'annullamento degli accertamenti ed avvisi di liquidazione notificati ai contribuenti.

Alla luce di questa situazione, un provvedimento che azzeri il fardello di ricorsi creatisi e consenta un più puntuale comportamento in futuro da parte della pubblica amministrazione non può che essere visto con favore da tutti.       

25/05/2003





        
  



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