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Quale futuro per le donne vittime di incidenti sul lavoro?

| ASCOLI PICENO - Presentato presso la sede dell'Inail il libro inchiesta redatto dall'Anmil.

di Renato Pierantozzi

Quale tutela per la donna vittima di incidenti sul lavoro? Come garantire il reinserimento in famiglia e nella società dopo aver subito gravi traumi psicologici e fisici? Sono state queste alcune delle riflessioni emerse nel corso della presentazione ad Ascoli del libro-inchiesta"La condizione della donna infortunata nella società" realizzato dall'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro con il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Pari Opportunità. 210 mila donne diventate disabili a causa di incidenti sul lavoro con pesanti ricadute sulla vita familiare ed affettiva. 112 lavoratrici decedute sul luogo di lavoro.

Queste le conseguenze in cifre ( anno 2002) degli incidenti avuti dalle lavoratrici nei luoghi di lavoro. "Gli incidenti sul lavoro non devono passare sotto silenzio – ha detto Alfredo Barbizzi rappresentate ascolano dell'Anmil  – Dobbiamo prestare massima attenzione alla disabilità femminile, cercando di alleviare le conseguenze di queste offese irreversibili al corpo delle donne. Come associazione ogni anno abbiamo ricordato l'8 Marzo con speciali iniziative – ha aggiunto Barbizzi – ribadendo alle Istituzioni la necessità di avviare campagne di sensibilizzazione e prevenzione per le donne vittime del lavoro. I dati del 2002 degli incidenti sul lavoro, seppur in diminuzione, sono ancora inaccettabili ". "

"Nella provincia di Ascoli nessuna donna è morta sul lavoro nel corso del 2002 – ha detto invece Antonio Pedron direttore della sede ascolana dell'Inail – Mentre nelle Marche si sono verificati sette decessi. Come Istituto garantiamo il reinserimento delle donne vittime di incidenti sul lavoro – ha continuato Pedron - attraverso specifici corsi di formazione professionale finanziati dalla legge 38 del 2000. Anche se il attualmente il mercato del lavoro presenta diverse anomalie. Lo strumento del part time, infatti, nato nel Nord Europa a sostegno del lavoro femminile adesso è diventato una vera e propria forma di lavoro legalizzato"

"E' necessario rivolgere particolare attenzione anche alle conseguenze che un incidente sul lavoro occorso ad una donna può avere sulle attività normali di una famiglia – ha aggiunto Achille Marcucci assessore comunale ai servizi sociali – Il Comune ha ribadito il suo impegno a favore di tutti i soggetti svantaggiati stanziando, per l'anno in corso, 550 mila euro. Riuscendo a mantenere gli attuali livelli di assistenza. Venti mila euro, inoltre, saranno destinati all'abbattimento delle barriere architettoniche. Alle associazioni di volontariato – ha continuato l'assessore – chiedo una maggiore collaborazione e non concorrenza tra di loro. Solo lavorando insieme si possono raggiungere grandi risultati". 

07/03/2003





        
  



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