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Ricorrenze dell'anno in corso

| Avvenimenti storici di rilevanza mondiale celebrano l'anniversario e consentono considerazioni anche di natura storiografica.

di Corrado Ruiz

               Compie esattamente settanta anni l'avvento al potere di Adolfo Hitler. Infatti era il 5 marzo del 1933 quando il fondatore del Partito nazionalsocialista dà inizio al Terzo Reich.
              Ma nello stesso mese di marzo del 1953 muore Stalin del quale avvenimento ricorre, pertanto, il cinquantesimo anniversario.
              Due uomini che hanno fatto parlare di sè in modi diversi e spesso poco spiegabili, ma significativi nel determinare due opposti criteri di analisi storiche.
              Tuttavia l'operato dei due statisti è stato spesso accomunato da diversi storiografi principalmente per quanto attiene allo scontro fra civiltà che essi sono stati chiamati a gestire nel proprio ambito e per l'univoca opposizione alla popolazione Ebraica.

              A questo punto conviene introdurre una altra ricorrenza interessante: il compimento dell'ottantesimo compleanno di Ernst Nolte, storico di fama mondiale, nato in Germania nel 1923, discusso e spesso osteggiato.
              Il nostro storiografo dà inizio all'analisi degli avvenimenti del XX secolo, nel 1963, con "I tre volti del fascismo".La rilettura di una sua opera,"Germania, un passato che non passa: i crimini nazisti e l'identità tedesca"(Einaudi 1987), ci fa capire come Nolte potesse essere ritenuto un revisionista; nel senso che forniva una lettura dei fatti storici in modo difforme rispettoalle interpretazioni precedenti.
              Tuttavia, al di là dell'accettazione o meno del suo presunto revisionismo, molte considerazioni risultano appropriate per passare dagli sviluppi storici alle loro profonde motivazioni.

              Per quanto attiene al giudizio storico sul nazionalsocialismo Nolte lo definisce come un movimento anticomunista, di rigetto della pace di Versailles; ma unisce a queste caratteristiche quella del biologismo eugenetico e l'antisemitismo.
              La giustificazione di questo ultimo atteggiamento verso una popolazione era da ricondurre, secondo lo storico, all'esistenza della collusione fra Ebrei e bolscevismo sin dal tempo della rivoluzione d'ottobre.
              E sappiamo tutti a quale progetto portò l'odio etnofobico, con l'eliminazione di massa in forma sistematica; mentre risulta addirittura fuori da ogni possibile logica criminale il tentativo di salvaguardare il popolo tedesco da infiltrazioni che ne potessero minare la bellezza biologicamente apprezzabile.

              Ma l'antisemitismo coinvolse anche Stalin. Fu, infatti, durante l'ultimo anno del suo potere che prese corpo il progetto dell'allontanamento e della deportazione degli ebrei che ebbe inizio con il cosìdetto "complotto dei medici"(gennaio 1953) allorchè fu arrestato un gruppo di  medici, a maggioranza ebrei, con l'accusa di aver procurato la morte di alcuni collaboratori di Stalin.     
              L'ideologia comunista si era sempre opposta ad ogni forma di razzismo; tuttavia Stalin aveva, sin dai primi decenni di potere, effettuato azioni di deportazione di intere minoranze etniche come i ceceni, i caraci, gli ebrei.
              Per questi ultimi la giustificazione era  che detta popolazione era formata principalmente da soggetti profittatori, parassiti e antipatriottici; unitamente al fatto, incontestabile, che molti di essi occupavano, in misura sempre maggiore, posti chiave dell'esercito e della burocrazia. Ma il progetto non fu portato a termine essendo intervenuta la morte dello statista in questione (Louis Rapoport, "La guerra di Stalin contro gli ebrei. L'antisemitismo sovietico e le sue vittime" (Rizzoli,2002).    

              La modernità del pensiero storico di Nolte consiste principalmente nel convincimento che nulla è immutabile, ma molti giudizi storici possono cambiare col passare dei tempi e per opera del confronto di essi con la situazione  contemporanea.
              Un altro aspetto di modernità del suo pensiero è la considerazione che il nostro ha espresso, in un suo recente viaggio in Italia è il problema del l 'esistenza o meno di una indiscutibile identità europea.

              A questo proposito egli dichiara possibile individuare un filone storico ideologico continuo: il cristianesimo che costituisce un punto di forza e, secondo alcuni aspetti, di debolezza; ma comunque di unità, dal momento che questa religione ha mantenuto il proprio credo quasi intatto. Questo carattere può essere assunto come elemento di identità di un complesso di stati all'apparenza diversi e agevolare, con il suo profondo senso del monoteismo, l'incontro anche con comunità di diversa religione. E' vero che il processo di secolarizzazione ha limitato le distanze e le differenze fra diverse religioni nate dalla Riforma fino a rendere possibile anche un confronto del Cristianesimo con l'ateismo. Ed anche se la cultura europea ha assunto l'aspetto di una cultura secolarizzata permane in essa un substrato di cristianesimo.

              Quest'ultimo aspetto culturale ha innescato, nei nostri giorni,una dialettica ideologica non disgiunta da considerazioni storiografiche.

21/03/2003





        
  



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